L’Unione Europea, Ente sovranazionale che dichiara di salvaguardare il benessere e la sicurezza dei popoli europei in realtà si fa tramite di interessi di parte e rapporti poco chiari con degli importanti gruppi di influenza. E non si tratta di semplici sospetti ma di casi giudiziari. Vari sono i casi giudiziari che confermano la collusione dell’Unione Europea con i cosiddetti “poteri forti” e quanto emerso non potrebbe che essere la punta dell’iceberg.
Il Quatargate
Si tratta di un’inchiesta giudiziaria con ripercussioni politiche scoppiata al Parlamento europeo nel dicembre 2022, proprio in concomitanza con la disputa del discusso Campionato del mondo di calcio nel piccolo Paese arabo. Il nome dell’indagine deriva infatti dal fatto che le prime accuse mosse dalla Procura federale del Belgio si concentrarono sul Qatar, sospettato di aver pagato somme di denaro e offerto regali a politici degli organi comunitari, funzionari e lobbisti per ottenere decisioni favorevoli all’interno delle istituzioni dell’UE. Tra queste l’attenuazione delle critiche sui diritti dei lavoratori in vista del Mondiale di calcio. Successivamente l’inchiesta si è allargata anche a Marocco e Mauritania, accusati di operazioni simili: denaro in cambio di influenze positive. L’inchiesta ha come obbiettivo dimostrare l’esistenza di un sistema strutturato di corruzione, con oltre 300 presunti tentativi di manipolare decisioni parlamentari, come bloccare risoluzioni critiche sui diritti umani o favorire accordi commerciali. La polizia di Bruxelles sequestrò oltre 1 milione e mezzo di euro in contanti, oltre a computer e cellulari nelle abitazioni di alcuni degli statisti indaganti. Tra gli imputati figura anche l’allora vicepresidente greca del Parlamento Europeo Eva Kaili, che successivamente ha fatto causa al Parlamento Europeo perché è stata violata la sua immunità parlamentare. Molti dei sospettati sono stati rilasciati, inclusa la sopra citata politica ellenica, e non ci sono state condanne definitive.

Il caso Huaweii
Un’inchiesta della polizia belga ha condotto delle perquisizioni a Bruxelles e in altre parti del Paese, individuando l’azione di una serie di lobbisti che sarebbero legati al colosso delle telecomunicazioni Huawei. Le persone coinvolte sono accusate di aver corrotto oltre dieci di europarlamentari ed ex europarlamentari per favorire gli interessi commerciali della multinazionale cinese presso le istituzioni europee. I capi d’accusa riguardano corruzione, falso, riciclaggio e associazione a delinquere. L’inchiesta mira a ottenere chiarezza circa presunte pressioni dell’azienda cinese sul Parlamento Europeo circa l’introduzione del 5G il Europa, un insieme di tecnologie telematiche di telefonia mobile il cui utilizzo è al centro di un dibattito sulla sicurezza per quanto riguarda la salute.

Il Programma Global Gateway
Nel 2021 la Commissione Europea, sotto la guida di Ursula von der Leyen, ha lanciato il programma Global Gateway, che si propone di investire circa 300 miliardi di euro in progetti infrastrutturali in vari Paesi del Sud del mondo, soprattutto in Africa. I settori cardine sono il digitale, il clima e l’energia, i trasporti, la salute, l’istruzione e la ricerca. L’iniziativa è stata vista come un’alternativa alla Nuova via della Seta cinese: a differenza di quest’ultima, secondo quanto dichiara la Commissione, Global Gateway vorrebbe incoraggiare i legami e non le dipendenze. Tuttavia, secondo un rapporto redatto da Oxfam, Counter Balance ed Eurodad, il programma prevede un indirizzamento di ingenti risorse pubbliche verso multinazionali e gruppi privati, riservando solamente una quantità irrisoria di risorse a progetti a lungo termine finalizzati all’interesse delle comunità. Global Gateway intende spostare circa 300 miliardi di euro fino al 2027, si tratterebbe di fondi provenienti dalle istituzioni economiche e finanziare dell’UE, dei suoi Stati membri e dal budget previsto per il sostegno e lo sviluppo.

Il Pfizergate, le trattative private per i vaccini
Il contenuto delle comunicazioni inerenti alle trattative private condotte tramite SMS tra la Presidente della Commissione Europea e il Presidente di Pfizer Albert Bourla circa la vendita di lotti di vaccini per il Covid-19 sono rimaste non divulgate e le indagini a riguardo hanno preso il nome di “Pfizergate”. La presidente della Commissione Europea è indagata dalla Procura europea per illeciti penali in relazione a queste trattative. L’indagine aperta nel 2023 dalle autorità giudiziarie belghe dopo la denuncia presentata da Frédéric Baldan, a cui si sono aggiunte quelle dei governi ungherese e polacco, è appunto incentrata su un presunto scambio privato di messaggi telefonici tra von der Leyen e Bourla riguardante l’accordo sull’acquisto dei vaccini contro la COVID-19 da parte dell’Unione Europea per una cifra di oltre 20 miliardi euro.
Il New York Times, che per primo aveva reso pubblico lo scambio durante i negoziati tra i due rappresentanti per definire i termini dell’accordo, ha intentato una causa contro la Commissione Europea quando quest’ultima ha opposto il suo diniego a divulgare il contenuto dei messaggi in seguito a una richiesta di accesso agli atti.
L’European Public Prosecutor Office (EPPO), la Procura Europea, che è un organismo formalmente indipendente dell’UE, conduce indagini in tutta Europa sui crimini finanziari e ha la possibilità di acquisire tutto il materiale ritenuto rilevante dagli uffici della Commissione o in altri Paesi europei come la Germania, il Paese di cui è cittadina von der Leyen. Sta di fatto che è stata acquistata una enorme quantità di vaccini da Pfizer con almeno 4 miliardi di euro di dosi sprecate e che la trasparenza, punto cardine del diritto pubblico, sia in realtà solo un0’opzione facoltativa. L’Unione Europea sembra quindi distratta sulla vigilanza riguardo le iniziative che denotano la possibilità di gravi conflitti d’interesse ma è attentissima nel sorvegliare i cittadini con atti discutibili e nell’intromettersi anche palesemente nella politica interna dei singoli Paesi, incurante del principio di autodeterminazione dei popoli.

Conclusioni
Per quanto bisogna sempre presente il principio di presunzione d’innocenza, interini generali appare chiaro che quello che si professa essere un Ente sovranazionale super partes e propugnatore dei più alti valori occidentali, tra l’altro il cui peso negli affari internazionali è in netto declino, ha palesato una condotta dispotica e votata a interessi specifici di potenti lobby spesso a danno dei popoli, tanto che non risulta difficile comprendere la diffidenza e il disamore dei cittadini europei verso questa controversa istituzione.
