La complessa identità della Turchia

La complessa identità della Turchia

La Turchia è un Paese he ha avuto un ruolo fondamentale nella Storia dell’Umanità e che possiede un’identità complessa, non certo inquadrabile in facile semplificazioni: europeo e asiatico, mediterraneo e turanico, mussulmano e laico, il popolo turco sembra in apparenza un’inconciliabile sintesi di opposti.

Posizione geografica

L’Anatolia costituisce un ponte naturale tra Medio Oriente e Balcani ed è bagnata a Sud dal Mar Mediterraneo e a Nord dal Mar Nero. Questa montagnosa penisola dalla forma allungata, che costituisce gran parte del territorio della Turchia, geograficamente si colloca in Asia. La Tracia, che costituisce la Turchia Europea, si posiziona nell’angolo sud-occidentale della Penisola Balcanica e ha un’area piccola se considerata la vastità del resto del Paese. Tuttavia risiede una grande importanza perché ospita il versante occidentale Istanbul, megalopoli e riferimento culturale del Paese anche dopo aver perso lo status di capitale a vantaggio della più centrale Ankara. È la collocazione geografica che inquadra naturalmente il Paese tra Europa e Asia, essendo quindi la Turchia uno stato transcontinentale comprendendo una non molto estesa ma comunque non trascurabile area nell’Europa Meridionale. Non solo: se le aree limitrofe alle coste mediterranea si fanno inquadrare nella definizione di Vicino Oriente, i territori più orientali in prossimità della Mesopotamia, al confine con l’Iraq, afferiscono al Medio Oriente. 

Posizione della Turchia
Posizione della Turchia

 

Storia

L’Agricoltura si diffuse in Anatolia pare a partire dall’8300 avanti Cristo per contagio o assimilazione culturale con la Mesopotamia, dove nacque circa nel 9000 aC e quindi nel Neolitico oppure ancor prima, circa nel 21.000 a.C. Si ritiene comunemente che il ruolo di queste prime comunità di coltivatori fosse stato determinante per la diffusione dell’agricoltura in Europa a partire da circa il 6500 aC. Sempre al Neolitico appartiene il Santuario di Göbekli Tepe, sito archeologico costruito presumibilmente tra il 9.500 a.C. e l’8.200 a.C. e dotato di un’inusitata complessità rispetto ai reperti comunemente rinvenuti all’epoca la cui esatta funzione è oggetto di dibattito tra i ricercatori. Risalgono alla seconda metà del III millennio avanti Cristo delle tavolette cuneiformi accadiche che menzionano gli Hatti, prima civiltà sorta sul territorio della Turchia di cui però non si hanno testimonianze dirette. Più impattante fu il ruolo giocato dagli Hittiti, popolo che fondò un regno nel XVII secolo e che durò cinque secoli costituendo un’importante unità politica nell’area del Mediterraneo Orientale. La Battaglia di Kadesh contrappose il Regno Hittita all’Egitto, a testimonianza del ruolo di potenza regionale esercitato dallo stato anatolico. Lo scontro venne combattuto dall’esercito del Faraone Ramses II (1279-1213 a.C.) contro le forze del il re ittita Muwatalli nella valle dell’Oronte, per il controllo di del Regno di Amurru. Non è chiaro chi vinse, dato che entrambe le fonti scritte di entrambe le parti avocarono a sé la vittoria ma gli studiosi ritengono che a trionfare furono proprio gli Hittiti. Certo invece è che il successivo trattato di Kadesh sia stato tramandato in forma scritta, risultando il più antico trattato di pace esistente rinvenuto. Successivamente il territorio venne assoggettato ai Persiani, il cui impero fu la prima potenza mondiale della Storia. Le coste occidentali del Paese vennero colonizzate dai Greci. L’espansionismo dei Celti a partire dal III secolo avanti Cristo portò i Galati (letteralmente quelli bianchi come il Latte) a occupare la Tracia e l’Anatolia centrale. Alessandro Magno assoggettando la Persia aggiunse l’Anatolia ai territori già conquistati. Successivamente, durante l’Ellenismo, tutte le satrapie di quello che fu l’impero alessandrino vennero permeate dalla cultura greca. I Romani conquistarono l’area e Costantinopoli, ribattezzata poi Bisanzio, divenne la capitale dell’Impero Romano d’Oriente quando questo si scisse in due unità. Gli Orientali, che vennero chiamati da molti storico impropriamente “bizantini” continuarono ad essere caratterizzati da un’identità culturale greca e con lo Scisma d’Oriente Bisanzio divenne il riferimento della nuova Chiesa Cristiana Ortodossa. L’Impero Romano d’Oriente sopravvisse fino al 1454, quando venne occupato dai Turchi Ottomani che presero Bisanzio, dopo che già nel 1071, con la vittoria della battaglia di Manzicerta, i Turchi Selgiuchidi occuparono l’Anatolia. Quindi i Turchi, questo popolo proveniente dall’Asia centrale di fenotipo mongolico e lingua turanide occupò il Paese, che venne ribattezzato Turchia, che ovviamente restava popolato da una netta maggioranza di fenotipo europoide. La gloriosa Costantinopoli, un tempo famosa come la Seconda Roma, cambiò nome in Istanbul. I nuovi arrivati, che cominciarono a convertirsi all’Islam già nell’VIII perlopiù per via dei contatti con i mercanti arabi, portarono la loro fede nella nuova sede e i Turchia divennero un popolo islamico. l’Impero Ottomano divenne una potenza che dominava in un’area compresa tra Sud-Est Europa e Medio Oriente. Poco dopo la fine della Prima Guerra Mondiale l’Impero si disgregò e dalle sue ceneri nacque la Repubblica di Turchia.

Il Turanismo

Il Nazionalismo turco che fa leva sull’identità del suo popolo nacque nella metà del 19esimo secolo a XI secolo e si identifica con Atakurk, generale dell’esercito e primo Presidente della Repubblica. La prima  radice è stata portata da Turanismo, ideologia si sviluppa a metà 19esimo secolo e tornata in auge con il Presidente Erdogan, in carica dal 2014. Alla base c’è una definizione estesa  di popoli turchi, intesi come parlanti di lingue della famiglia turanica,  che sarebbero diffusi non solo in Anatolia ma il altre zone d‘Asia ed Europa. Ungheria e Finlandia sarebbero la patria dei popoli turchi per via dell’affiliazione della loro lingua a gruppi che condurrebbero a popoli turanici: Il Finlandese e l’Ungherese sono lingue Ugro-Finniche e il turco è una lingua Uralo-Altaica, diramazioni che poggerebbero su una comune filiazione, che tuttavia è stata rigettata da molti linguisti che invece considerano il ramo Ugro-Finnico distinto e indipendente da quello Uralo- Altaico. Si vuole riportare i principi di appartenenza turchi nella scena internazionale. Si basa di comune origine tra popoli turanici è rafforzata da istanze molto concrete: alleanze politiche e questioni infrastrutturali. Per esempio la linea ferroviaria Berlino-Vienna-Budapest-Costantinopoli-Bagdad in un periodo di espansione di viaggi e commerci. Il Panturchismo è anche alla base della Rivoluzione dei Giovani Turchi del 1908 che rovescia il sultano Abdul Smid II e che porta al potere dei nazionalisti. Lo stato ottomano era entrato in crisi fino a dichiarare bancarotta, mentre i separatismi acquisivano forza. La crisi si apre all’inizio dell’800 e si chiuse nel 1922 con l’abdicazione dell’ultimo sultano e la sua completa dissoluzione.

Il Kemalismo

Al Partunkismo succede questa nuova idea ruota attorno a un generale di origine circassa: Mustafa Kemal Ataturk, “padre di tutti i Turchi” che divenne il primo Presidente della Repubblica. L’esercito viene riorganizzato con l’alibi di compiere ispezioni. Dopo il primo conflitto mondiale l’Anatolia e la Tracia rimasero gli unici territori che restano turchi. Il Nazionalismo è elitario che stronca le minoranze, che le induce a scappare: Greci e Armeni in larga parte abbandonarono il Paese. Il popolo armeno fu soggetto a un efferato genocidio di cui non si parla abbastanza. La questione curda è rimasta invece dibattuta, con questa robusta minoranza etnica che è stata a lungo osteggiata e che non è riuscita a ottenere la propria agognata indipendenza. Nel 1923 viene dichiarata la Repubblica, con conseguente decadimento del sultanato. Lo statalismo prese piede, inteso come predominanza degli interessi dello Stato di fronte a quelli degli enti privati. Una grande novità è l’imposizione della laicità, separando il potere religioso da quelli politici. L’Islam cessò di essere religione di stato: la legge statale si divincolò quindi alla subordinazione di questioni di carattere morale e religioso. I caratteri arabi vengono sostituiti dall’alfabeto latino e si adotta inoltre il calendario gregoriano. Il modello kemalista si afferma dal 1923 a quasi la contemporaneità. In questo contesto l’esercito, che venne riorganizzato con l’alibi di compiere ispezioni, deve essere garante dei pilastri del kemalismo e dello stato turco. Non sono accettate spinte separatiste o secessioniste.

Mustapha kemal Ataturk primo Presidente della Repubblica di Turchia
Mustapha kemal Ataturk primo Presidente della Repubblica di Turchia

 

Il ritorno del Turanismo

 

Il movimento  vuole trovare un contatto con le più lontane ex repubbliche sovietiche dell’Asia centrale di lingua turanica e con la più vicina Ungheria. L’obbiettivo è rappresentare le istanze, ammesso che istano istanze comuni di popolazioni così lontane e diverse, di tutti quei Paesi di lingua turcica di questa comune “Patria Blu”, da poter riunire un giorno in una confederazione. Non esiste però solo la visione di Edogan. Da un lato c’è il Partito della Patria (Vartan Partisi), si tratta di un ultranazionalismo di stampo marxista e ostile all’Occidente che è contrario all’adesione a organismi sovranazionali: si vuole l’uscita dalla NATO e viene osteggiata la possibilità di ingresso nell’Unione Europea. Il suo Leader Dugu Perincek ha abbracciato l’Eurasianesimo Turchico, per cui i legami tra Europa e Asia hanno rivisti in chiave di una comune appartenenza etnica turcica delle genti di lingua turca, unite dall’appartenenza a una patria blu. Dall’atra parte c’è Il Partito del Movimento Nazionalista, i cui adepti vengono chiamati “Lupi Grigi”. Questi si identificano nell’estrema destra che ritiene eccessiva l’apertura della Turchia sia verso l’occidente sia verso i Paesi di lingua turcica a Oriente. A livello di politica interna si propugna uno stato totalitario che stronchi ogni voce dissonante e a livello di politica estera si propugna una visione aggressiva che vuole che la Turchia operi una predominanza assoluta nella sua area.

Incontro tra Turanismo e Kemalismo

L’affermarsi del Partito della Giustizia e dello Sviluppo (Adalet ve Kalkınma Partisi, il cui acronimo è AKP) ha inizialmente segnato un ritorno a posizioni turniste e a una messa in discussione della laicità dello stato. L’AKP ha trovato il suo leader in Recep Tayyip Erdoğan, Primo Ministro della Turchia dal 2003 al 2014 e Presidente della Turchia dal 2014. Dopo aver superato un tentativo di Colpo di Stato nel 2016, Erdogan ha promosso un referendum costituzionale nel 2017 che trasforma la Turchia da una repubblica parlamentare a una repubblica presidenziale, aumentando il potere nelle sue mani e allo stesso tempo la stabilità del Paese. Erdogan nel corso di tempo ha preso le distanze dal movimento politico-religioso della Fratellanza Mussulmana con conseguente allontanamento anche da posizioni integraliste, mostrando così  una virata alle posizioni laiche kemaliste, andando a realizzare un incontro tra le due parti.  Anche nella politica estera l’operato dello statista turco sfugge a facili semplificazioni districandosi agevolmente tra le parti senza dare punti di riferimenti troppo saldi: le trattative per l’ingresso nell’Unione Europea, cominciate nel 2005, sembrano un ricordo lontano, dimostrando che anche la storica alleanza con gli Stati Uniti non è una cieca sottomissione: è stata negata la richiesta di abbassare i prezzi del petrolio e di partecipare alle sanzioni russe per la Guerra in Ucraina. Anche il rapporto con la Russia resta ambivalente e non esente da tensioni.

Recep Tayyip Erdogan Presidente della Turchia
Recep Tayyip Erdogan Presidente della Turchia

Un quadro economico in ascesa

La Turchia è diventata una potenza economica anche se non di primo piano che vuole giocare un ruolo di primo piano nello scacchiere geopolitico internazionale. Il Paese può infatti contare su un territorio ricco di materie prime, tra cui grandi quantità di voro, utile per la lavorazione di vetro e ceramica, e importanti riserve di carbone e pietra naturale. Nel 2022 la Turchia ha inoltre annunciato la scoperta di un’importantissima riserva di pietre rare, rendendo il Paese secondo solo alla Cina per ricchezza di questi minerali al mondo. Accanto ai tradizionali settori relativi alla lavorazione dei metalli, forti di questa ricchissima riserva,  e altri consolidati tra cui spiccano i reparti tessile, meccanico e agroalimentare, la Turchia cresce nell’ambito della FinTech, l’innovazione finanziaria, specchio di un’economia in ascesa e di un’attenzione alla ricerca tecnologica. Anche il turismo ha conosciuto un notevole tasso di crescita, facendo leva su uno straordinario patrimonio storico-artistico-culturale frutto, come già visto, di una Storia ricchissima. Anche la diffusione di serie televisive turche in Occidente, in cui quella anatolica per i più non è più semplicemente la terra del kebab, più giocare un ruolo nell’istituzione di un piccolo soft power turco, aiutando il Paese a essere percepito come più familiare e amato, magari facilitandogli l’accesso a nuove fette di mercato che vadano oltre l’industria dell’intrattenimento. 

Conclusioni

Erdogan gioca di sponda tra Oriente e Occidente e, dopo il già citato negoziato non andato a buon fine per l’ingresso del Paese nell’Unione Europea, ha cominciato a guardare ai BRICS come alleati e muoversi con accortezza di scacchista nello scenario multipolare che si è formato. Tuttavia, seppur con tensioni, la Turchia mantiene l’alleanza con gli Stati Uniti e il blocco atlantico quindi rendendo la sua posizione camaleontica e non facilmente decifrabile. Sul fronte interno Erdogan ha mantenuto il pugno duro reprimendo le proteste con la forza e dando allo Stato un volto più autoritario. La bandiera turca, dotata di sfondo rosso con una mezzaluna e una stella a cinque punte, entrambe bianche, si ricollega all’identità islamica. Il rosso simboleggia il sangue dei morti durante la guerra d’indipendenza, la mezzaluna crescente è il simbolo dell’Islam, la stella invece rappresenta la nascita di una nuova nazione. Radici, quelle islamiche, considerate importanti nonostante sia stata ribadita la natura laica dello Stato. Collante del Paese resta il riconoscimento di una specifica identità, che si può definire un unicum eterogeneo frutto di vari elementi provenienti da realtà molto diverse fra loro.  La Turchia nel 2022 ha chiesto alla comunità internazionale di usare il suo nome turco al posto di quello inglese: non più “Turkey”, che in Inglese condivide suono e grafia con il termine che significa “tacchino”, ma “Türkiye”. Un Paese quindi atipico e complesso che ha segnato la Storia e che vuole continuare a giocare un ruolo importante.

Turchia

 

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David Sciuga

Si è laureato con lode prima in Lettere Moderne poi in Filologia Moderna presso l’Università degli Studi della Tuscia. Successivamente ha conseguito il Master di II livello in Management presso la Bologna Business School. La sua tesi di laurea magistrale “La critica della civiltà dei consumi nell’ideologia di Pier Paolo Pasolini” è stata pubblicata da "OttoNovecento", rivista letteraria dell'Università Cattolica di Milano, ed è tuttora disponibile sul portale spagnolo delle pubblicazioni scientifiche Dialnet. Da giornalista pubblicista ha lavorato per il Nuovo Corriere Viterbese e per diverse testate locali, inoltre è anche blogger e critico cinematografico. Ha collaborato con il festival teatrale dei Quartieri dell’Arte e con l’Est Film Festival, di cui è stato presidente di giuria. Come manager di marketing e comunicazione ha lavorato per STS Academy, agenzia di formazione di security e intelligence. Il suo racconto "Sala da ballo" è stato incluso nell’antologia del primo concorso letterario nazionale "Tracce per la Meta". Successivamente è stato premiato con il secondo posto al Premio Internazionale di poesia “Oggi Futuro” indetto dall’Accademia dei Micenei. È stato moderatore di conferenze di geopolitica dove sono intervenuti giornalisti di rilievo nazionale. L'animal fantasy "Due fratelli" è il suo primo romanzo, pubblicato con la casa editrice Lulu.com, a cui segue il romanzo di formazione "Come quando ero soldato". Collabora con il web magazine "L'Undici". Insegna Storia nella scuola secondaria. Parla correttamente l'inglese, possiede elementi di francese e tedesco.

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