L’alluvione in Spagna fa disastri e la rabbia della gente non risparmia neppure il re. In questo tragico contesto una località rimane indenne grazie a una mano che viene da un passato luminoso che continua a stupire. Eppure, in una società dominata dal profitto e dalla tecnologia, non manca chi definisce i reperti archeologici “quattro sassi inutili”. “Quattro sassi” che a volte possono salvare la vita.
Una disastrosa alluvione che ha colpito la Spagna nella notte del 29 ottobre 2024: l’area interessata è la Comunidad Valenciana, ma ha poi interessato l’Aragona, le Isole Baleari e la Catalogna.
provocata da precipitazioni torrenziali dovute a un DANA (Depresión Aislada en Niveles Altos), fenomeno estremo che può verificarsi quando in alta quota l’aria calda incontra quella fredda provocando violente inondazioni.
Le violente inondazioni hanno anche provocato 1900 dispersi, almeno 120.000 sfollati, 150.000 edifici senz’acqua e 50.000 edifici senza elettricità.
Il Re Felipe IV, la regina Letizia Ortiz, il Primo Ministro Predro Sanchez e il il Presidente della Regione di Valencia Carlos Mazon hanno voluto fare visita a una delle località più colpite: Paiporta, vicino a Valencia. La visita è stata interrotta per la rabbiosa reazione della folla, che ha lanciato palle di fango e aggredito la delegazione, accolta con il grido “assassini”. Colpisce l’immagine delle guardie del corpo che aprono l’ombrello per proteggere il monarca iberico dai lanci.
La gente si sente abbandonata a se stessa, senza un sostegno adeguato per affrontare una tale tragedia. Non sono mancate le immediate dichiarazioni: il primo Ministro della Spagna ha detto di comprendere “l’angoscia e la sofferenza” delle vittime delle inondazioni, e allo stesso tempo ha condannato “qualsiasi tipo di violenza”, concludendo che “non cambiamo strada e andiamo avanti”. Anche un re può venire sporcato dal fango quando la misura è colma. Il popolo spagnolo, come molti altri popoli europei, ha sperimentato sulla sua pelle il peso della distanza tra le istituzioni e il Paese reale, segno di una politica che abbandona i cittadini per prostrarsi ad altri interessi.
Questa è l’Unione Europea delle politiche sociali inesistenti ma attenta a un’inclusività che è solo apparenza e che invece è strumento di vertici che affossano le masse e di un ambientalismo green che di salvaguardia reale dell’ambiente non ha nulla, ma costituisce un alibi retorico per attuare un nuovo modello sociale ed economico su misura dei più ricchi. Questi sono i risultati dei tagli alla spesa pubblica voluti da politiche comunitarie con conseguente calo della qualità delle infrastrutture e carenza di manutenzione. Almonacid del la Cuba, in Aragona, invece è scampata al disastro. Tutto questo a un lascito che va molto indietro nel tempo. Una diga romana infatti, costruita al tempo dell’imperatore Augusto e costituita da una struttura di 120 metri di lunghezza e 34 di altezza, ha deviato l’esondazione del fiume Aguasvivas, scongiurando così l’ennesima tragedia ambientale.
L’ingegneria civile degli Antichi, uno dei più importanti lasciti dell’Antica Roma, ha confermato la sua stupefacente efficacia anche dinanzi a un evento estremo come questo, espressione di un faro di civiltà che ha plasmato l’Europa. “Sono convinta che la versione dell’Europa dopo la fine della seconda guerra mondiale sia comunque la migliore versione dell’Ue della Storia” ha dichiarato Ursula Von der Leyden dopo la sua rielezione a presidente della Commissione Europea. I Cesari avrebbero sorriso di fronte a questa affermazione, come possono ben comprendere gli abitanti della località aragonese.