Unione Europea: la spaccatura tra popoli e Istituzione si allarga

Unione Europea: la spaccatura tra popoli e Istituzione si allarga

In concomitanza con la condanna a carico della Commissione Europea per la mancanza di adeguata trasparenza sui contratti per i vaccini contro il Covid-19 le elezioni europee hanno confermato il disamore verso l’Unione Europea, con gli astenuti che si confermano il primo partito europeo. Di tutta risposta la Presidente uscente Ursula von der Leyden è stata rieletta confermando la linea atlantista e guerrafondaia, in netto contrasto con gli obbiettivi dichiarati dal Padri Fondatori, mettendo gli interessi dei cittadini in sofferenza ancora in secondo piano. La spaccatura tra popoli europei e Unione Europea si allarga.

 

La condanna per mancanza di sufficiente trasparenza

La Commissione von der Leyden è stata condannata dalla Corte distrettuale dell’Unione Europea non essere stata sufficientemente trasparente con i cittadini europei in merito ai contratti per i sieri contro il Covid-19. Il Tribunale incaricato si è pronunciato contro la decisione della Commissione Europea, guidata dalla politica tedesca, di censurare ampie parti dei contratti prima di renderli pubblici. La condanna consiste nell’obbligo nei confronti della Commissione di pagare le spese legali dell’esposto, comprese quelle relative alla versione iniziale del ricorso. La sentenza è arrivata poco più di 24 ore prima dell’elezione del nuovo Presidente della Commissione Europea. La causa è stata intentata dal cittadino francese Fabien Courtois e altri cittadini contro gli estesi omissis apposti dall’esecutivo guidato da Ursula von der Leyen relativamente ai contratti di acquisto degli inoculi anti-Covid siglati con diverse case farmaceutiche nel 2020-2021. Il testo integrale della sentenza del Tribunale dell’Ue esprime condanna nei confronti commissione di Ursula von der Leyen al pagamento delle spese processuali. «Poiché la Commissione Europea è rimasta soccombente per l’essenziale, deve essere condannata alle spese, secondo le conclusioni delle ricorrenti», dichiara il testo della sentenza. La Commissione Europea ha risposto alle sentenze presentando un’articolata dichiarazione dove sostiene che «il Tribunale segue la Commissione nella maggior parte delle argomentazioni» e che esso avrebbe «accolto solo parzialmente l’azione legale» su «due punti». Essa ha inoltre spiegato di avere dovuto «trovare un difficile equilibrio» tra il diritto del pubblico all’informazione e gli obblighi giuridici derivanti dagli stessi contratti e di avere a suo dire «fornito al Parlamento europeo informazioni complete sui contratti relativi al vaccino». Nonostante l’accoglimento soltanto parziale il re ormai è nudo.

Cenni biografici di Ursula Von der Leyden

Ursula von Der Leyden, nata Ursula Albrecht, è figlia di Ernst Albrecht, prima impiegato amministrativo poi Direttore Generale della Concorrenza proprio alla Commissione Europea. Ursula nacque nei pressi di Bruxelles per via per ruolo appunto svolto dal padre nell’Unione Europea. Dopo aver studiato prima economia e poi archeologia, si è laureata in medicina. Successivamente si è sposata con il medico Heiko van Der Leyden, discendente di un nobile casato di prestigio e direttore medico di Orgenesis Inc., una società che collabora con Pfizer-Biontech e direttamente coinvolta nello sviluppo di terapie geniche. Ciò costituisce un possibile conflitto di interessi come osservato dall’interrogazione parlamentare – E-003740/2022. La politica tedesca è membro in Germania del partito dell’Unione Cristiano-Democratica (Christlich Demokratische Union Deutschlands, abbreviato in CDU) e nell’Unione del Partito Popolare Europeo.

Ursula von der Leyden in compagnia del marito Heiko
Ursula von der Leyden in compagnia del marito Heiko

Il Precedente del Pfizergate

La questione è distinta cosiddetto Pfizergate, ma si assomma ad essa. Facendo quindi un passo indietro, il Pfizergate è un’indagine aperta dalle autorità giudiziarie belghe nella città di Liegi, in Belgio, nell’aprile del 2023. L’operazione partì da una denuncia penale presentata dall’uomo d’affari belga Frédéric Baldan, noto alle cronache locali per aver sposato una donna cinese con cui ha creato CEBiz, una società di consulenza specializzata nella cooperazione economica tra mercato europeo e quello cinese. Oggetto dell’indagine sono alcuni contatti informali mantenuti segreti e avvenuti tramite SMS tra von der Leyen e l’amministratore delegato della multinazionale del farmaco, Albert Bourla, prima della maxi-commessa di vaccini contro il Covid. Quelle trattative informali, avvenute tramite queste poco ortodosse modalità, avrebbero dato il là alla stesura di un contratto tra UE e Pfizer per distribuire 1,8 miliardi di dosi di inoculi per i Paesi membri dell’Unione, il più grande appalto mai concluso dall’Ente sovranazionale continentale. L’accusa presentata è di “usurpazione di funzioni e titoli”, “distruzione di documenti pubblici”, “appropriazione illegale di interessi e corruzione”. Secondo Baldan, durante la pandemia von der Leyen avrebbe agito al di fuori dei trattati UE e al di là del suo mandato per conto degli Stati membri mentre negoziava di sua iniziativa i contratti per i prodotti immunizzanti. Riguardo il Pfizergate è pendente una causa in Corte di Giustizia intentata dal New York Times per non aver reso pubblico questo scambio di messaggi di pubblico interesse. Sulla questione della distribuzione dei sieri si sommano quindi due faccende che danno a pensare sull’irreprensibilità dei soggetti coinvolti.

 

Frédéric Baldan
Frédéric Baldan

I contratti

Nel caso della condanna pendente sulla Commissione Europea e ia sua Presidente è in ballo una censura di informazioni portando a una scarsissima trasparenza con cui la Commissione ha gestito per intero la questione dei sieri anti-Covid. Non solo sono stati pubblicamente omessi i contratti, ma anche i verbali del comitato direttivo sugli inoculi. L’eurodeputata olandese dei Verdi Kim van Sparrentak, che figura tra le promotrici di una delle due cause contro gli omissis, ha posto l’accento sull’importanza della trasparenza, che ha definito “fondamentale nella lotta allo scetticismo sui vaccini”. 

L’eurodeputata olandese Kim van Sparrentak
L’eurodeputata olandese Kim van Sparrentak

I contratti in questione (Apa, Advanced Purchase Agreement) sono stati stipulati tra la Commissione guidata da Ursula von der Leyen e alcune case farmaceutiche, in cui complessivamente 2,7 miliardi di euro sono stati messi a disposizione per un gigantesco ordine a fermo di 1 miliardo di dosi. Tutto cominciò quando nel 2021 alcuni eurodeputati e privati cittadini chiesero un accesso agli atti ai documenti per verificare la tutela dell’interesse dei cittadini riguardo un diritto fondamentale come la salute. L’esecutivo ha concesso un accesso parziale ai contratti, che sono stati pubblicati in versioni ampiamente oscurate. A quel punto gli eurodeputati e i cittadini hanno presentato dei ricorsi al Tribunale. Nelle sentenze, i ricorsi sono stati parzialmente accolti annullando le decisioni della Commissione nella parte in cui contengono «irregolarità».

Le clausole contrattuali

Relativamente alle clausole dei contratti relative all’indennizzo delle case farmaceutiche da parte degli Stati membri, per eventuali risarcimenti in caso di difetto dei vaccini, il Tribunale ha sottolineato la responsabilità del produttore riguardo il danno causato da una mancanza del suo prodotto e che la sua responsabilità «non può essere soppressa o limitata», nei confronti del danneggiato, pertanto una clausola esonerativa o limitativa di responsabilità non può fungere da paracadute. La Corte ha rilevato che nessuna disposizione della direttiva vieta ad un terzo di rimborsare gli importi pagati a titolo di risarcimento da un produttore a causa della difettosità del prodotto. Si osserva anche che la ragione per la quale le clausole relative all’indennizzo sono state integrate nei contratti, cioè compensare i rischi corsi dalle imprese farmaceutiche connessi all’abbreviazione del termine di messa a punto dei vaccini, era stata avallata dagli Stati membri ed era di dominio pubblico. Circa la tutela della vita privata delle persone, invocata dalla Commissione come strategia atta a negare parzialmente l’accesso alle dichiarazioni di assenza di conflitto di interessi dei membri della squadra negoziale per l’acquisto dei vaccini, il Tribunale sostiene che i privati, con la loro richiesta, abbiano «debitamente dimostrato» il fine di servire l’interesse pubblico.

 

Il voto per le Elezioni Europee 2024

 Dal 6 al 9 giugno le elezioni europee hanno avuto luogo nei 27 Paesi membri dell’Unione. Nonostante i segnali di cambiamento espresso dal voto per rinnovo del Parlamento Europeo ma questo non si è tradotto particolari stravolgimenti dei rapporti di forza all’interno delle istituzioni europee. Appena emerge una certa insofferenza verso i partiti di maggioranza vicini a neoliberismo e atlantismo i mass media gridano a un fantomatico pericolo del ritorno del fascismo. In realtà è l’Unione Europea a provocare diffidenza nei suoi cittadini, da Nord a Sud, con il diffondersi della recessione economica, del calo del potere d’acquisto e l’aumento di peso delle ingerenze dell’Ente sovranazionale nelle politiche interne dei singoli Paesi successivamente all’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, che a partire dall’entrata in vigore del 2009 incrementa i poteri dell’Unione e le conferisce personalità giuridica propria. La favola della contrapposizione tra le “formiche” dei Paesi del Centro-Nord, maggiormente responsabili e attenti a far quadrare i conti, e le cicale di quelli che si affacciano sul Mar Mediterraneo, più dissoluti e meno rigorosi in un dividi et impera su scala continentale, non è più creduta da nessuno.

La metafora della cicala e della formica per spiegare la falsa differenza tra Nord e Sud Europa
La metafora della cicala e della formica per spiegare la falsa differenza tra Nord e Sud Europa

Il malcontento nei confronti di un Ente sovranazionale, che aveva promesso maggiori possibilità per tutti, ma che a conti fatti non ha fatto altro che prendersi fette di sovranità nazionale in cambio di impoverimento e revoca di diritti e tutele, ha cominciato a manifestarsi con vigore. Da un lato si registra un astensionismo crescente, con i non votanti che superano la metà degli aventi diritto, dall’altro il consenso dato ai partiti euroscettici continua a salire, al punto da mettere seriamente in discussione la legittimità dell’intera Unione Europea. In ogni caso i Popolari del PPE rappresentano la coalizione più votata seguita a ruota dai Socialisti. Netto quindi il caldo della coalizione conservatrice Renew Europe, che raccoglie partite europeisti e atlantisti. Il voto ha riflesso il malcontento espresso negli ultimi anni dai gilet jaunes in Francia e dai contadini in Germania e nei Paesi Bassi. Proprio in Francia il risultato ha portato Macron a sciogliere le Camere e a indire le elezioni politiche anticipate. Elezioni che non hanno espresso nessuna maggioranza netta, lasciando in carica, nonostante le aspre critiche, il Presidente della Repubblica Emmanuel Macron e il Primo Ministro Gabriel Attal, esponenti del liberale ed europeista partito Renaissance.

Emmanuel Macron  e Gabriel Attal ai vertici della politica francese nonostante il ridotto consenso popolare
Emmanuel Macron e Gabriel Attal ai vertici della politica francese nonostante il ridotto consenso popolare

A dimostrazione dell’instabilità comunque conseguita, Attal successivamente ha dato le dimissioni dalla carica. Anche al Parlamento Europeo le carte in tavola sono rimaste grossomodo le stesse. Il nuovo Parlamento Europeo è risultato così suddiviso: Partito Popolare Europeo primo con con 185 seggi (9 in più rispetto al 2019), socialisti secondi con 137 seggi (2 in meno), Renew Europe con 80 seggi (22 in meno), conservatori con 73 seggi (4 in più), Identità e Democrazia con 58 seggi (9 in più), verdi con 52 seggi (19 in meno), The Left (esponenti della forma più radicale di sinistra in Europa) con 36 seggi (1 in meno), completano il quadro poi 99 seggi ricoperti da non iscritti e membri di altri piccoli gruppi. Popolari, Socialisti ed Europeisti costituiscono così un gruppo abbastanza numeroso da permettere a Ursula Von der Leyden di mantenere la sua posizione.

 

La rielezione 

La coalizione The Left (“La Sinistra”) del Parlamento Europeo ha chiesto il rinvio dell’elezione di Ursula von der Leyen a Presidente della Commissione spiegando che «La Corte europea ha giudicato illegale l’occultamento di informazioni rilevanti, il che ha un impatto significativo sulla rielezione della Presidente della Commissione von der Leyen prevista per domani mattina. L’opacità e i conflitti di interesse sono temi ricorrenti nella sua traiettoria politica; ha una storia di scandali. Quando è troppo è troppo. Dovrebbe essere ovvio che la signora von der Leyen ritiri la sua candidatura», hanno dichiarato i vertici di The Left il giorno prima della nomina del nuovo Presidente della Commissione UE. Com’era prevedibile la richiesta non ha trovato accoglimento. Il Parlamento Europeo è un organo meramente consultivo ma spetta ai suoi membri eleggere gli Enti veramente pesanti: il Consiglio Europeo e La Commissione Europea. Se il belga Charles Michel è stato confermato alla guida del Consiglio nel 2022, Ursula von der Leyden ha visto così rinnovata la sua fiducia dopo le Elezioni Europee del 2024. La politica tedesca ha ricevuto 401 preferenze, 41 in più rispetto alla soglia minima richiesta. Non un plebiscito, ma quanto basta per far rimanere la situazione sostanzialmente inalterata.

Ursula von der Leyen confermata Presidente della Commissione Europea
Ursula von der Leyen confermata Presidente della Commissione Europea

Lo stato dell’Unione Europea

Nel libro bianco presentato dalla neoleletta Presidente figura il progetto di istituire un fondo specifico per finanziare uno scudo aereo europeo, confermando l’attenzione a questioni militari a discapito di istanze di sostegno sociale. Nel suo discorso di insediamento si è parlato di Guerra in Ucraina, rinnovando l’appoggio alle forze di Zelensky e specificando che il Governo di Kiev potrà disporre di armi occidentali per attaccare il territorio russo. L’Unione Europea, Ente teoricamente nato per evitare spargimenti di sangue tra fratelli europei dopo il disastro della Seconda Guerra Mondiale, dimostra la sua propensione belligerante prona ad allinearsi agli interessi della NATO. Quella che doveva essere una nuova realtà di fratellanza e uguaglianza, foriera di nuove opportunità per tutti i popoli europei, si è rivelata una gabbia autoritaria incurante degli interessi e della volontà dei popoli stessi, che mette da parte diritti essenziali come la salute per affari con multinazionali, promuove tagli alla pesa pubblica, riduce il sostegno dello stato sociale e concentra la ricchezza in poche mani anziché ridistribuirla. Questa Unione Europea , erede neoaristocratica del Sacro Romano Impero,  non rappresenta nessuno se non l’oligarchia che continua a imporre i suoi diktat attraverso di essa, nonostante la spirale di declino evidente che investe l’Ente. La sua maschera democratica e umanitaria è ormai caduta e gli ultimi accadimenti hanno reso ancora più evidente la sua vera natura.

Murale di Banksy apparso a Dover in Inghilterra
Murale di Banksy apparso a Dover in Inghilterra

Riferimenti

https://www.lastampa.it/politica/2024/07/17/news/von_der_leyen_condannata-14484323/

https://www.europarl.europa.eu/news/it/press-room/20240710IPR22812/il-parlamento-rielegge-ursula-von-der-leyen-presidente-della-commissione

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David Sciuga

Si è laureato con lode prima in Lettere Moderne poi in Filologia Moderna presso l’Università degli Studi della Tuscia. Successivamente ha conseguito il Master di II livello in Management presso la Bologna Business School. La sua tesi di laurea magistrale “La critica della civiltà dei consumi nell’ideologia di Pier Paolo Pasolini” è stata pubblicata da "OttoNovecento", rivista letteraria dell'Università Cattolica di Milano, ed è tuttora disponibile sul portale spagnolo delle pubblicazioni scientifiche Dialnet. Da giornalista pubblicista ha lavorato per il Nuovo Corriere Viterbese e per diverse testate locali, inoltre è anche blogger e critico cinematografico. Ha collaborato con il festival teatrale dei Quartieri dell’Arte e con l’Est Film Festival, di cui è stato presidente di giuria. Come manager di marketing e comunicazione ha lavorato per STS Academy, agenzia di formazione di security e intelligence. Il suo racconto "Sala da ballo" è stato incluso nell’antologia del primo concorso letterario nazionale "Tracce per la Meta". Successivamente è stato premiato con il secondo posto al Premio Internazionale di poesia “Oggi Futuro” indetto dall’Accademia dei Micenei. È stato moderatore di conferenze di geopolitica dove sono intervenuti giornalisti di rilievo nazionale. L'animal fantasy "Due fratelli" è il suo primo romanzo, pubblicato con la casa editrice Lulu.com, a cui segue il romanzo di formazione "Come quando ero soldato". Collabora con il web magazine "L'Undici". Parla correttamente l'inglese, possiede elementi di francese e tedesco.

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