Cina e Siria rafforzano le loro relazioni con un partenariato strategico sancito a Hangzhou, città scelta per ospitare i giochi asiatici, e questo contribuisce a migliorare la posizione internazionale del travagliato Paese arabo.
Sia Xi Jinping che Bashar al-Assad – come riportato da numerosi giornali e dall’emittente di stato cinese CCTV – hanno annunciato con parole simili nei loro rispettivi spazi istituzionali che la Cina e la Siria miglioreranno le loro relazioni trasformandole in un partenariato strategico che è destinato a diventare un fattore chiave e una “pietra miliare nello scenario globale e nella storia delle relazioni bilaterali”. [1]
L’ annuncio assume ulteriore importanza se si considera che i viaggi per relazioni internazionali di Bashar al-Assad – e per ragioni che certamente si possono intuire – sono stati piuttosto rari in questi anni; basti pensare che lo stesso Assad non si recava in Cina per scopi di relazioni internazionali da quasi venti anni. Dal canto suo, Xi Jinping e il Ministero degli Esteri cinese proseguono il lungo e difficile lavoro per rendere stabile il Medio Oriente e nello specifico dell’incontro recente , viene messa una definitiva chiarezza sul modo nebuloso e talvolta ambiguo da “paria internazionale” con cui viene visto Assad.
“Di fronte a una situazione internazionale piena di instabilità e incertezza, la Cina è disposta a continuare a collaborare con la Siria, a sostenersi fermamente a vicenda, a promuovere la cooperazione amichevole e a difendere congiuntamente l’equità e la giustizia internazionale”
Secondo Jinping le relazioni tra Cina e Siria rivestono un’importanza capitale, e “hanno resistito alla prova dei cambiamenti internazionali” aggiungendo che “l’amicizia tra i due Paesi si è rafforzata nel tempo”. Il partenariato strategico tra Cina e Siria è un gradino sotto quello che Pechino definisce un “partenariato strategico globale”. Il Presidente cinese non ha inoltre risparmiato critiche all’Occidente, dichiarando senza mezzi termini:
“la Cina sostiene l’opposizione della Siria alle interferenze straniere, al bullismo unilaterale… e sosterrà la ricostruzione della Siria”.
Queste parole sono tuttavia supportate dai fatti, dato che la Cina ha offerto concretamente ad Assad un’ancora di salvezza finanziaria, con l’obiettivo di estendere ulteriormente il recente successo diplomatico di Pechino nella regione. Uno dei principi chiave del lavoro diplomatico cinese è quello di stabilizzare il Mediterraneo Orientale, espandendo l’attività cinese in termini di infrastrutture e collegamenti con l’Asia Minore, al fine di rendere tutto lo scenario pronto per ciò che comporta la Belt and Road Initiative, il progetto strategico cinese per implementare i suoi rapporti commerciali con le altre aree dell’Eurasia.
“La Cina è disposta a rafforzare la cooperazione con la Siria attraverso la Belt and Road Initiative, per dare un contributo positivo alla pace e allo sviluppo regionale e mondiale“
La Cina si è resa protagonista nello scenario mediorientale già all’inizio di quest’anno, mediando una svolta diplomatica davvero sorprendente tra Iran e Arabia Saudita , che ha portato le due parti ad accettare di ristabilire le relazioni. L’ingresso dell’Arabia Saudita nei BRICS – argomento di cui si è parlato in passato – e il suo ruolo significativo nella dedollarizzazione globale, possono essere visti come un fattore emblematico dell’efficacia dell’azione cinese in questa regione. Dopo le schiaccianti sanzioni occidentali sulla Siria in atto dal 2011 che hanno provocato povertà, morte, difficoltà varie nel settore economico-industriale, considerando anche la visione poco chiara riguardo Assad in occidente, che viene visto da molti come un feroce dittatore, da altri come un oggetto misterioso, questo accordo con la Cina e tutto il volume di dichiarazioni mediatiche – in questo caso assai importanti e ben oltre al semplice verbo con cui imbambolare le masse – possono essere visti come soluzione decisiva verso la fine dell’isolamento internazionale della Siria e di Assad, nonché evento che va in direzione di una riammissione della Siria nella Lega Araba dopo una sospensione che era in vigore da oltre ai 10 anni.
Non è certo un segreto che molti abbiano cercato di rovesciare Assad e appoggiare i ribelli, sia tra i protagonisti delle potenze occidentali sia alcuni “vicini i casa” della Siria, tuttavia il supporto militare di Iran e Russia ha messo in condizioni il leader del Ba’th, il partito socialista della rinascita araba, di riprendere gradualmente e progressivamente il controllo del Paese. Un tassello di avanzamento successivo sono stati i tentativi di normalizzazione voluti dagli Emirati Arabi Uniti e dall’Arabia Saudita che hanno permesso alla Siria di riappropriarsi del proprio ruolo nell’area; i due eventi sopracitati, ovvero la riammissione della Siria nella Lega Araba e la riabilitazione mediatico-diplomatica di Assad possono essere considerate le due fasi più avanzate di un definitivo riscatto internazionale della Siria del quale – occorre ammettere – la Russia è il creatore e precursore. Il tutto sembra essere inarrestabile e più forte dei tentativi di stallo cercati e prodotti dagli USA. Da notare che le uniche fonti di perplessità riguardanti Assad e la Siria nelle sedi istituzionali della Lega Araba o nei tavoli internazionali in generale riguardano il traffico di droga nello specifico dell’anfetamina. Seppur quest’ultimo argomento sia una gravosa e annosa questione, non sembra certo un tema che possa indurre qualcuno a ridare le carte, e ad impedire l’ormai inarrestabile processo di assoluto riscatto internazionale e progressivo miglioramento del ruolo della Siria nell’ambito delle relazioni internazionali.
Riferimenti
[1] Riportato da CCTV
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