Nel tredicesimo secolo avanti Cristo avvenne un considerevole scontro militare in Germania, a Nord di Berlino. Il ritrovamento di questa battaglia obbliga a considerare l’Età del Bronzo in Europa: l’evento mostra che anche a Nord delle Alpi si era raggiunto uno sviluppo sociale e politico considerevole. All’incirca un secolo prima della Guerra di Troia narrata nell’Iliade, l’Europa continentale potrebbe esser stata il teatro di un evento dalla portata simile che getta nuova luce sulla sua Preistoria.
Il fatto
Il campo di battaglia della valle del fiume Tollense, vicinissima alla costa del Mar Baltico, occupa un sito archeologico risalente all’Età del Bronzo. La località si trova si trova in Germania, nel länder del Meclemburgo-Pomerania, nella parte nord-orientale del Paese. La scoperta del sito è avvenuta nel 1996 ma lo scavo approfondito è stato compiuto solo nel 2007. La zona si estende lungo la valle del piccolo fiume Tollense, ad est del villaggio di Weltzin, i cui territori appartengono ai comuni di Burow e Werder. Sono stati scoperti migliaia di frammenti ossei appartenenti a molte persone insieme a ulteriori prove che testimoniano il luogo di una battaglia. Le stime indicano che circa 2500 guerrieri hanno combattuto nella battaglia di cui questo luogo archeologico fu teatro nel XIII secolo a.C. Si tratta del più grande sito di battaglia testimoniato da uno scavo risalente a quell’era al mondo.
Il contesto storico
All’epoca l’area della Valle del fiume Tollense era diffusa la Cultura Lusaziana, prevalente agricola e caratterizzata da villaggi fortificati. I defunti venivano spesso cremati e più raramente sepolti.
In ogni caso i defunti venivano accompagnati da alcuni oggetti in ceramica di uso comune. Poco più a Ovest la Cultura dei Tumuli, caratterizzata dalla sepoltura dei defunti per inumazione in necropoli. Le sepulture erano segnalate dalla presenza soprastante di tutuli rialzati. Nelle zone antistanti sono stati rinvenuti oggetti di ceramica come brocche, ciotole e anfore. La metallurgia invece ha lasciato spade daghe e pugnali di pregevole fattura. L’usanza di seppellire i defunti ha pogressivamente ceduto il passo alla pratica della cremazione ricorrendo appunto a delle urne cinararie, tipiche della successiva cultura dei Campi delle Urne, diffusa anche in Italia e che potrebbe essere legata agli antenati di quelli che saranno i Celti, gli Italici, gli Etruschi e altre popolazioni delle aree limitrofe. In quel periodo specificatamente in Italia sorge la Cultura dei Terramare, caratterizzata da villaggi costituiti da abitazioni su palafitte. La principale civiltà europea all’epoca era quella micenea in Grecia. La città-stato di Micene infatti, retta da un’aristocrazia guerriera, prese il controllo su buona parte della Penisola Ellenica.
Che accadeva di significativo nella stessa epoca nel resto del mondo? In Mesopotamia si erano affermati gli Assiri, popolo semitico che utilizzava la scrittura cuneiforme e che aveva un re come capo sia politico che religioso. L’Antico Egitto viveva una fase di grande splendore dove il Paese raggiunse la massima esplansione durante un periodo chiamato Nuovo Regno. In India, dopo il collasso della Civiltà della Valle dell’Indo, si affermò la Civiltà Vedica. Si impose una società di tipo agricolo dove i villaggi si unirono in confederazioni. In quell’epoca vennero appunto scritti i Veda, testi sacri che costituiscono un’importante testimonianza di questa fase della Storia indiana e che sono dotati di grande valore letterario e culturale. Quindi, mentre altrove si erano già affermate civiltà origanizzate, l’Europa, ad eccezione della Grecia, stava ancora nella Preistoria. Questo significa che le sue genti non conoscevano ancora la scrittura e quindi, per cercare di ricostruire quanto accadde, ci si rivolge soltanto all’interpretazione di manufatti, mancando quindi la testimonianza di fonti letterarie e documenti, che sono invece fondamentali per gli storici.
Chi furono i protagonisti di questa battaglia?
La maggior parte dei guerrieri sul campo di battaglia era costituita da giovani uomini all’incirca tra i 20 e i 40 anni. Si sa per certo che non mancavano veterani perché molti scheletri mostrano segni di traumi guariti dovuti a scontri precedenti. I militari di alto rango si spostavano a cavallo mentre i soldati combattevano corpo a corpo. Non mancano resti di donne e bambini, che evidentemente avevano un ruolo di supporto per gli uomini in battaglia, come si notò anche scontri di epoche successive. Si può immaginare che avessero avuto un ruolo per la preparazione del cibo ed il trasporto delle provviste. Nel 2016 vennero riportati alla luce resti ossei sia di uomini che di animali, in particolare di cavalli utilizzati quindi in battaglia, arrivando a raccogliere oltre 13.000 frammenti.
In una zolla venne riportata alla luce una particolare concentrazione di ossa, la quale potrebbe suggerire che si trattava dell’area dove si arroccò il gruppo di guerrieri che si oppose fino alla fine a coloro che poi sarebbero stati i vincitori dello scontro. Secondo il genetista Joachim Burger le persone coinvolte nel conflitto dovevano provenire soltanto dall’Europa centrale e settentrionale. Il gruppo coordinato dall’archeobiologo Thomas Terberger ha invece compiuto un’analisi chimica sui resti umani per cercare di comprenderne la provenienza. In particolare si è esaminata la firma chimica dello stronzio, un minerale naturale presente nelle ossa delle persone e che può avere piccole differenze strutturali sulla base del luogo dove lo specifico individuo ha vissuto. I dati suggeriscono che, pur non potendo dare una risposta particolarmente dettagliata, una provenienza dalla Germania meridionale o comunque dal centro Europa. Notando la presenza di resti di miglio sulle dentature di alcuni dei combattenti caduti, si era ipotizzato che questi uomini provenissero da Sud, dato che a quelle latitudini si credeva che quel cereale non fosse ancora coltivato, convinzione però poi smentita.
Gli uomini che si sono scontrati potevano essere quindi gli antenati di Celti da una parte e Germani (o Slavi) dall’altra.
Equipaggiamento di un guerriero
Nei sedimenti fluviali dell’area è stato rinvenuto un cumulo di 31 oggetti. Inizialmente è stato trovato un punteruolo di bronzo dal manico di betulla e un coltello. Sotto questi due utensili c’erano uno scalpello, frammenti di bronzo, tre oggetti cilindrici, tre frammenti di lingotti e una gamma di piccoli scarti di bronzo, probabilmente il risultato della lavorazione di questa lega. Inoltre sono stati rinvenuti un contenitore da cintura, tre spilloni, una spirale di bronzo. Accanto a questi oggetti vennero alla luce anche un cranio umano e una costola. Qualche metro più in là si trovavano una punta di freccia di bronzo, un coltello di bronzo dal manico in osso, una spilla con testa a spirale e una seconda punta di freccia sempre in bronzo con una parte dell’asta di legno ancora attaccata.
Abili artigiani
I guerrieri infatti utilizzavano spade, pugnali, lance, archi e frecce, prodotto dell’operato di abili artigiani.Il materiale utilizzato all’epoca era appunto il bronzo, lega metallica di rame e stagno. Nella cultura dei campi delle urne c’erano spade di buona fattura e alcune presentano motivi decorativi tipici che successivamente sarebbero stati celtici.
Colpiscono le ottime condizioni con cui è stata ritrovata una spada a Nördlingen, in Baviera, risalente al XIV secolo avanti Cristo, circa un secolo prima dello scontro di Tollense. L’arma rinvenuta, che ricorda illustrazioni del genere letterario fantasy, faceva parte di un corredo funerario, arricchito a degli oggetti in bronzo, appartenente a tre persone: un uomo, una donna e un ragazzo. Non è chiaro se costituissero un nucleo familiare. La spada ha un’elsa ottagonale ed è in bronzo. L’impugnatura è fusa sotto la lama, utilizzando una tecnica chiamata “colata a sovrapposizione”. L’elsa è decorata con intarsi, rivetti e punzoni. L’arma non presenta segni di colpi ma il baricentro nella parte anteriore della lama suggerisce che potesse essere utilizzata di taglio: probabilmente quindi la spada era un’arma effettivamente utilizzata in battaglia e non creata semplicemente a scopo decorativo. Si tratta di un ritrovamento straordinario che suggerisce quanto potesse essere sviluppata la metallurgia in Europa continentale all’epoca dello scontro.
Riconsiderare l’immagine dell’Europa del tempo
L’idea che durante l’Età del Bronzo l’Europa, eccezion fatta per la Grecia, avesse avuto uno sviluppo modesto è da riconsiderare totalmente alla luce di questo straordinario ritrovamento. L’dea di organizzazioni arretrate e poco sviluppate appare a questa punto obsoleta. “Quando si parla dell’Età del Bronzo Nordica, mancava una prova concreta, la cosiddetta “pistola fumante”, qui abbiamo un campo di battaglia e morti e armi tutti insieme“, ha dichiarato l’archeologo Barry Molloy dell’Università di Dublino (UCD). “Questa è la pistola fumante che suggerisce più organizzazione e più violenza di quanto si pensasse.” Lo scenario ricorda quello della Guerra di Troia, combattuta un secolo dopo e i cui resti vennero rinvenuti da Heinrich Schliemann, curiosamente nato in prossimità dell’area dello scontro di Tollense, che dimostrò che il conflitto narrato da Omero nell’Iliade aveva un legame con fatti realmente accaduti.
Un ritrovamento che cambia le cose
Resta da capire il contesto di questo scontro: qual è la certa ragione per cui due eserciti organizzati, con tanto di famiglie al seguito, si sono scontrate? Si trattava di una battaglia singola oppure l’episodio finale di una lunga guerra? Pare plausibile immaginare che l’evento tstimoniato dai ritrovamenti fosse stato un’unica grande battaglia campale dove i vincitori stroncarono gli sconfitti, data la grande quantità di lesioni letali riscontrate nei resti ossei. L’elemento naturale del corso d’acqua deve aver giocato un ruolo strategico nella dinamica dei fatti. Il controllo delle risorse sta alla radice della pressoché totalità dei conflitti umani dalla notte dei tempi.
È possibile che gli schieramenti combatterono per il controllo di giacimenti di stagno, da fondere per ottenere il bronzo. Nell’area sono stati ritrovati numerosi manufatti di metallo, a testimonianza dell’importanza che l’artigianato dei metalli aveva in quest’area. Inoltre la vicina area intorno al tumulo di Seddin, che è situata accanto al fiume Havel e a una rete di laghi, infatti conteneva manufatti importati dal Mar Mediterraneo, come vasi di bronzo e perle in vetro, a riprova dell’importanza delle reti idriche per facilitare i commerci. Di conseguenza il fiume Tollense potrebbe aver giocato un ruolo nel transito di merci, in un contesto dove all’epoca esisteva una rete di scambi un Europa sorprendentemente già sviluppata. Il modello dei poemi omerici che descrive una società dominata da un’aristocrazia guerriera potrebbe adattarsi anche a realtà situate più a settentrione, laddove i conflitti evidentemente non si limitavano a scontri di lieve entità ma erano espressione situazioni ben più articolate dove interessi di un portata relativamente vasta erano in gioco. Questo ritrovamento potrebbe essere un elemento a favore della legittimità della teoria elaborata dall’ingegnere e archeologo dilettante Felice Vinci, secondo cui L’Iliade e L’Odissea trarrebbero ispirazione da vicende originariamente ambientate nell’Età del Bronzo Nordica, visto che le descrizioni geografiche dei testi di Omero si adattano molto di più a località situate nei bacini dei Mar Baltico e Mar del Nord che a quelle che si affacciano sul Mar Mediterraneo.
Di sicuro per comprendere il passato bisogna essere pronti a mettere in discussione convinzioni che a volte diventano dogmi intoccabili. E la Preistoria dell’Europa e non solo potrebbe essere ben più ricca di quanto si pensasse, con un mondo, nel bene e ben male, più dinamico e più connesso di quanto si credeva.
Riferimenti
https://journals.ub.uni-heidelberg.de/index.php/berrgk/article/view/44423
https://it.wikipedia.org/wiki/Campo_di_battaglia_della_valle_del_Tollense
https://www.vitantica.net/2019/10/18/equipaggiamento-guerriero-battaglia-tollense/
https://www.larazzodeltempo.it/2020/tollense/
https://www.historiaregni.it/la-battaglia-della-valle-del-tollense/