Un grido attraverso 57 scatti: l’autore romano Fabio Conti lascia il segno con questo libro fotografico che racconta due anni di manifestazioni popolari contro le coercizioni imposte da governi dispotici e autoritari, dal 2020 al 2022, in cui lo Stato di diritto è stato sospeso in una maniera che non ha precedenti nella Storia. Colori, avvenimenti, prove di fatti, ma anche le emozioni di chi è sceso in piazza a manifestare in prima persona. Tutto questo è “Dissenso. Una questione umana”, opera prima che fin da subito si è ritagliata un posto importante tra le pubblicazioni fotografiche ma che soprattutto vuole raccontare in modo il più schietto e autentico possibile degli avvenimenti drammatici dal punto di vista di chi li ha vissuti.
Il percorso
Fabio conti è sempre stato affascinanto dalla fotografia in quanto arte e mezzo espressivo diretto ed immediato. Due i punti di svolta nell’individuare e coltivare questa passione: quando ricevette una reflex per la prima volta come regali dai genitori e una seconda occasione in gli stessi acquistarono per lui “Natura Estrema”, libro fotografico di Bill Curtsinger. Dopo aver compiuto studi teorici è in strada che la formazione si caratterizza, sentendo la necessità di raccontare con le immagini i viaggi che compiva. Aveva trovato definitivamente il proprio ikigai, termine che nella cultura giapponese indica essenzialmente il motivo per cui ci si alza la mattina, concetto che unisce, trascendendoli, quelli consueti di passione e lavoro. Conti ha trovato la sua naturale collocazione nella fotografia naturalistica e nella street photography, coniugando così questa espressione estetica con l’impegno sociale.
Un avvenimento storico senza precedenti
Il 2020 inizia con un avvenimento che ha scosso il mondo: lo stato di pandemia, proclamato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, da Sars-Cov 2, altrimenti detto Covid-19, virus delle vie respiratorie appartenente alla nota famiglia dei Coronavirus. Seguirono accadimenti poco chiari e i governi di molti Paesi, soprattutto occidentali, imposero pesantissime restrizioni delle libertà individuali tra le quali la più grave fu il celebre lockdown: costituzioni e trattati internazionali vennero contravvenuti in modo pesantissimo e allo stesso tempo contraddittorio. In nome della salute pubblica si revocavano diritti fondanti quando invece le misure imposte apparivano da più parti molto discutibili dal punto di vista dell’efficacia e della deontologia. Certo è che queste decisioni ebbero un costo sociale altissimo.
Il bisogno di dare una narrazione equilibrata
I mass media portarono avanti una narrazione univoca che non ammetteva contraddittorio. “Dissenso” nasce proprio dal bisogno di squarciare questo velo uniforme, dove i governi erano dipinti come buoni e competenti, e dalla necessità di raccontare quello che per il mainstream non aveva “diritto di cittadinanza” proprio attraverso le testimonianze di chi viveva le vicende sulla propria pelle, mostrando con immagini fortemente d’impatto le proteste in piazza di chi non accettava le vessazioni imposte.
Un’avventura/disavventura urbana
“Notando la forte discrepanza tra la narrazione monolitica delle principali testate giornalistiche televisive e cartacee e i contenuti mostrati da alcuni video trasmessi dai media alternativi ha per me preso il via la missione di cercare di fare luce sui fatti dando metaforicamente voce, attraverso le immagini, ai milioni di “invisibili” che in questa vicenda hanno trovato il silenzio compatto delle istituzioni e dei principali media. Ha così preso il via un’avventura/disavventura urbana che io stesso non pensavo potesse accadere – racconta a cuore aperto Fabio – sono stato testimone diretto di storie autentiche belle e brutte. In particolare mi è rimasta nel cuore l’esperienza maturata nell’estate 2021: ho seguito quotidianamente un gruppo di manifestanti che ha presidiato continuativamente Piazza del Popolo a Roma.
Si dormiva in tenda e si scolava la pasta sui tombini, si parlava e si ballava. In quei momenti si respirava una vicinanza e un senso di umanità che in quest’epoca sembrano esser diventati più rari. Sono stati dei giorni surreali ma bellissimi”.
“Dissenso”: una testimonianza vibrante
Questa pubblicazione è soprattutto una testimonianza di un fatto storico senza precedenti, che induce a profonde riflessioni sulla condizione della società occidentale: “Questo periodo è stato una tranvata per me, si è grottescamente e drammaticamente visto come dei valori esaltati a parole non trovino un riscontro nei fatti: fin troppi non hanno una mente libera e uno spirito critico. Quello che abbiamo visto sarebbe anche comico se non fosse una tragedia – aggiunge Fabio – resistere a questa onda pervasiva non è stato affatto semplice. I mass media da parte loro hanno utilizzato un linguaggio aggressivo e irrispettoso nei confronti del popolo di cui faccio parte. La banalità della comunicazione utilizzata, con cui ogni questione veniva binariamente ridotta a brevi slogan contrapposti come a creare delle tifoserie rivali durante una partita di calcio, si è mostrata in tutta la sua pericolosità portando a uno stato di confusione e a insensate divisioni. C’è stata molta malafede in tutto questo. Chi aveva idee diverse da quelle ufficialmente professate non aveva voce in capitolo: si diceva, in un clima di dogmatismo scientifico, che solo gli esperti potevano discutere riguardo questioni specifiche. Tuttavia i molti professionisti e studiosi, tra questi ne n’erano anche alcuni dal curriculum estremamente prestigioso, che si erano espressi in maniera non allineata a riguardo venivano ignorati dalle televisioni e dai grandi giornali oppure grossolanamente screditati. Si è trattata di una disgustosa parentesi di ignoranza unita a cattiveria. Ma voglio credere che da queste ceneri, nonostante tutto, possa ripartire una nuova umanità”.
L’impegno per portare a termine il libro è stato intenso, quasi quotidiano. La scrematura è avvenuta a partire da una cartella di ben 80 gigabyte e ci sono volute be due settimane per selezionare i 57 scatti ritenuti migliori. Si è cercato di premiare le foto con buona composizione e buona luce. Tuttavia molti scatti interessanti sono stati eseguiti sotto una luce fotograficamente pessima come può essere quella di mezzogiorno, quindi il lavoro di post-produzione in quei casi è stato decisivo per il risultato finale. L’idea della pubblicazione è nata dopo che Fabio ha cominciato a collaborare con il canale di informazione alternativa MePiù e si è concretizzata per mezzo della casa editrice Millimetro Zero Edizioni. “Mi sono incontrato con il creatore di MePiù Eugenio Miccoli, reporter, blogger e videomaker, nelle manifestazioni di piazza ed entrambi eravamo animati dagli stessi obbiettivi: serviva solo l’occasione per incrociare i nostri cammini e unire le forze. Lui ha curato la pubblicazione dandomi una grossa mano per dare alla luce questo progetto a cui tengo in modo particolare – racconta Conti – abbiamo messo in gioco le rispettive competenze in un affiatato gioco di squadra. Proprio nel corso di questa fondamentale battaglia che ognuno ha combattuto con i propri mezzi, nel mio caso con la fotografia, sono nati legami forti tra persone. L’obbiettivo di questa pubblicazione è far riflettere più singoli individui possibile su quanto accaduto. Chi ha voluto tutto questo aveva intenzione di dividere la gente, ma d’altro canto ha anche favorito l’unione di chi abbraccia idee e valori simili”. Un nuovo seme pronto per germogliare è stato piantato e “Dissenso” sta a testimoniarlo.
Riferimenti
Fabio Conti, Dissenso. Una Questione Umana, Roma, Millimetro Zero Edizioni, 2022.
Le foto delle manifestazioni presenti nell’articolo sono state selezionate tra i 57 scatti contenuti in Dissenso. Una Questione Umana.
Grazie David, è sempre un piacere leggere i tuoi articoli💪