Uno dei più stimati analisti al mondo fornisce la sua lettura della situazione dopo più di tre mesi di conflitto e la sentenza è spietata per il blocco occidentale. Il brasiliano Pepe Escobar, reduce dalla sua ultima fatica letteraria Raging Twenties uscita alcuni mesi fa per Nimble Books LLC ; analista di punta di Asian Times, redattore di spicco di The Cradle e giornalista free lance, non ha avuto toni molto teneri per la NATO e per il blocco di potere occidentale al quale attribuisce le colpe di aver alimentato una retorica bellicosa e mistificatoria nella Crisi Russo-Ucraina
A tal riguardo, Klaus Schwab a Davos ha glorificato il presidente dell’Ucraina Zelensky in collegamento, dipingendolo come un leader sostenuto da tutto l’ordine internazionale, senza specificare tuttavia che da quest’ultimo bisogna sottrarre di fatto l’88% del mondo che secondo Escobar aderisce allo stato di diritto, contrariamente al costrutto retorico e bellicista del potere euro-atlantico. Gli stessi che hanno sprecato trilioni di dollari per “proteggere” Iraq e Afghanistan ora approvano un pacchetto di 40 miliardi di aiuti militari all’Ucraina che gli USA ritengono necessari e potenzialmente utili per salvare il paese. L’ analista brasiliano è di tutt’altro avviso, l’Ucraina – sottolinea Escobar – è il “Santo Graal” della corruzione internazionale, quei 40 miliardi possono tutt’al più cambiare le regole del gioco per due o massimo tre soggetti: Il complesso militare industriale degli Stati Uniti, gli oligarchi ucraini e le ONG Neocon, che “metteranno alle strette il mercato nero delle armi e degli aiuti umanitari , e poi riciclare i profitti nelle Isole Cayman…“.
Secondo una stima approntata rapidamente la ripartizione dei 40 miliardi si dividerà in 8,7 miliardi di dollari per ricostituire le scorte di armi statunitensi, pertanto questi miliardi non andranno affatto in Ucraina. Altri 3,9 miliardi di dollari andranno all’ USEUCOM ovvero “l’ufficio che detta le tattiche militari a Kiev” ; 5 miliardi di dollari per una “filiera alimentare globale” confusa e non specificata; 6 miliardi di dollari per armi reali e “addestramento” in Ucraina; 9 miliardi di dollari in “assistenza economica” (che scomparirà in tasche selezionate e prestabilite); e 0,9 miliardi di dollari per i rifugiati.
Le parole di Escobar effettivamente trovano piena corrispondenza nel comportamento delle agenzie di Rating statunitensi che hanno declassato al massimo possibile il rischio di un prestito a Kiev. In sostanza, secondo Moody’s, Standard e Poor e altri istituti, è altamente improbabile che l’Ucraina possa avere la capacità di rimborsare prestiti e questo naturalmente ha un effetto concreto sui fondi di investimento americani che abbandoneranno – ammesso che non lo stiano già facendo – l’Ucraina lasciando l’Unione Europea e i suoi stati membri come l’unica alternativa possibile. Sarà possibile scegliere cosa fare per l’Unione Europea o le sarà di nuovo chiesto di suicidarsi per la causa? Il pericolo è che alla fine sarà compito dell’Unione Europea prendere le decisioni “dure ma necessarie, per salvare il domani e la pace” (non so se questo vi dice qualcosa) e fare quello che serve per l’Ucraina. Bruxelles dovrà di conseguenza decidere se inviare enormi somme di denaro ad uno stato fallito e tenuto in piedi solo per la sua utilità strategica.
Secondo Escobar, l’unico paese che non avrà difficoltà a farlo è la Polonia, che potrà ricorrere alla sua russofobia maccartistica per far digerire la pillola al suo popolo, poichè il problema, come sottolinea il redattore di The Cradle è giustificare queste manovre ai propri popoli da parte dei leader tedeschi, francesi, italiani e via dicendo. Una delle soluzioni possibili è formalizzare gran parte dei prestiti sotto forma di spedizioni di armi ripagate con le esportazioni di grano ucraino, cosa che effettivamente sta già accadendo su scala ridotta, con il riferimento logistico del porto di Costanza in Romania, da dove parte grano ucraino caricato su navi mercantili da chiatte che viaggiano sul Danubio.
“Tuttavia, il grano ucraino continuerà a nutrire il ricco occidente, non gli ucraini impoveriti…“
Una parte sensibile della questione riguarda anche la Polonia. Washington ha l’obiettivo di conformare la guerra secondo uno stile insurrezionale e a bassa intensità simile a quello in Siria, in questo caso però portato avanti da mercenari di vario tipo e neonazisti dei vari battaglioni in sostituzione del ruolo che allora avevano Jihadisti. Il corridoio di sostegno privilegiato – come prevedibile, anche senza scomodare il sempre lucido Escobar – è il confine occidentale polacco, e il tutto, sarà portato avanti insieme alle sanzioni e la guerra economica verso Mosca. Tuttavia, la stessa Washington, tentando frattanto di allungare la guerra, dovrà compiere tutto questo portando avanti anche gli imprescindibili obiettivi interni o collaterali come ad esempio – e non un esempio a caso – la rielezione del Partito Democratico ora che Trump sta riemergendo, il contrasto al dumping del dollaro – di cui noi parlammo già molto tempo fa – e quindi mantenimento dell’egemonia della valuta USA. Onestamente questi sembrano ad oggi obiettivi assai difficili da mantenere con tutte le difficoltà patite dagli USA. Ma tra i vari scopi da raggiungere – fa notare Escobar – è senza dubbio realizzabile quello della distruzione economica della Germania e per netta conseguenza della UE. Pepe Escobar sostiene che, alla fine di tutto, una grande quantità di società tedesche sopravvissute saranno svendute agli interessi americani. Francamente, quella del sempre lucidissimo analista brasiliano non sembra una previsione azzardata, paradigmatico in tal senso è ciò che disse Milan Nedeljkovic ,membro del consiglio di amministrazione della BMW, pochissimo tempo fa a Reuters “…la nostra industria rappresenta circa il 37% del consumo di gas naturale in Germania” che certo non se la passerà molto bene senza le forniture di gas russe.
In effetti, anche Josep Borrell, Alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha ammesso che “il conflitto sarà lungo” e “la priorità degli Stati membri dell’UE” in Ucraina “consiste nella fornitura di armi pesanti“. Inoltre – evidenzia Pepe Escobar – il presidente polacco Andrzej Duda ha incontrato Zelensky a Kiev. La lunga serie di accordi firmati dai due fa intendere che Varsavia è pronta trarre profitto dalla guerra per rafforzare la sua influenza politica, economica e culturale ma anche militare nell’Ucraina occidentale. I cittadini polacchi potranno essere eletti negli organi del governo ucraino e anche aspirare a diventare giudici costituzionali .
“In pratica, ciò significa che Kiev sta trasferendo la gestione dello stato fallito ucraino alla Polonia. Varsavia non dovrà nemmeno inviare truppe. Chiamatela annessione morbida.“
Pepe Escobar estende la sua analisi anche a ciò che avviene sul campo di battaglia riportando un resoconto panoramico sull’azione di guerra. Secondo le comunicazioni che sono state intercettate dal comando ucraino viene rivelato che i generali ucraini intendono costruire una difesa a più livelli da Poltava attraverso le zone di Dnepropetrovsk, Zaporozhia, Krivoy Rog e Nikolaev, che sembra essere uno scudo per la già fortificata Odessa. È sempre importante – sottolinea Escobar – ricordare che l’operazione Z è iniziata con circa 150.000 combattenti, e sicuramente quest’ultimi non sono parte delle forze d’élite russe. Nonostante ciò è stata liberata Mariupol e il battaglione d’élite neonazista Azov è stato sconfitto in circa cinquanta giorni. Inoltre sono state liberate dall’esercito russo anche Kherson, Zaporizhia e praticamente l’intera delle repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk. Il tutto nonostante le sfide tecniche e logistiche (oltre quelle finanziarie) e senza bombardamenti aerei indiscriminati. Nonostante i mainstream media – soprattutto italiani – riportino un racconto semiserio di un esercito russo che quasi sembra giocare a tirassegno su civili, ospedale e scuole, ciò che riporta Escobar trova effettivo riscontro, soprattutto nel fatto che per Mosca, i colpi di precisione sono fondamentali, anche ora che gli Ucraini nel complesso sono a corto di carburante, munizioni per artiglieria, specialisti addestrati, droni e radar. Questo perchè la Russia vuole distruggere definitivamente alcuni obiettivi militari precisi che riforniscono i contenuti di una guerra che l’Ucraina non può vincere.
Se si guarda la situazione con occhi realistici, la Russia, avrebbe potuto puntare su una vittoria strategica rapida aumentando i bombardamenti aerei come sempre hanno fatto gli Stati Uniti, ma questo – secondo Pepe Escobar – non avverrà mai. I Russi non hanno problemi a dilatare i tempi, a sorvegliare e sminare il terreno e a rallentare l’avanzata. Le perdite ucraine potrebbero essere 20.000 nella sola Mariupol e dintorni, la sconfitta militare e il disastro in progressione supera quello di Debaltsevo nel 2015 e in precedenza Ilovaisk nel 2014. Le perdite vicino a Izyum potrebbero essere anche superiori a quelle di Mariupol. E ora arrivano le sconfitte all’angolo di Severodonetsk. Il giornalista brasiliano aggiunge a riguardo:
“Stiamo parlando delle migliori forze ucraine. Non importa nemmeno che solo il 70 per cento delle armi occidentali inviate dalla NATO arrivi sul campo di battaglia: il problema principale è che i migliori soldati se ne vanno… se ne vanno… e non verranno rimpiazzati. I neonazisti Azov, la 24a brigata, la 36a brigata, varie brigate d’assalto aereo: hanno subito perdite superiori al 60% o sono state completamente demolite”
Escobar sottolinea che secondo lui la vera domanda da farsi non è tanto “quando Kiev perderà definitivamente”; ma quanti soldati Mosca è disposta a perdere per arrivare a questo punto. Le prossime fasi del conflitto coinvolgeranno l’artiglieria difensiva a lungo raggio sulle quali l’Ucraina per ovvie ragioni fa molto affidamento. Gli Stati Uniti stanno per consegnare sistemi M270 MLRS con munizioni a guida di precisione, in grado di colpire bersagli a una distanza che può raggiungere 70 chilometri circa. La Russia, potrebbe rispondere con il Complesso Operativo-Tattico Hermes, che utilizza munizioni ad alta precisione, possibilità di guida laser e una portata di oltre 100 chilometri. Gli elementi del complesso operativo tattico Hermes possono funzionare in combinazione con i sistemi di difesa aerea Pantsir già prodotti in serie, ma non escluso che l’esercito russo possa avere problemi.
Pepe Escobar asserisce con convinzione che “l’Ucraina, entro i suoi attuali confini, è già un ricordo del passato“. Bisogna ammettere che Georgy Muradov, rappresentante permanente della Crimea presso il presidente della Russia e vice primo ministro del governo di Crimea conferma la “sentenza” dell’analista brasiliano con un paio di suoi interventi rivelati ad alcuni giornalisti: “L’Ucraina nella forma in cui era, credo, non rimarrà più. Questa è già l’ex Ucraina“o in un’altra occasione dove egli ha detto che il Mar D’Azov è perduto per sempre. Quest’ultimo è infatti ormai un “mare di uso comune” da parte della Russia e della Repubblica popolare di Donetsk, come confermato dallo stesso Muradov. Mariupol sarà restaurata, nelle stesse modalità operative che la Russia ha svolto sia a Grozny che in Crimea, come sarà mantenuto attivo il corridoio Russia-Crimea. D’altronde a Mariupol hanno già riaperto quattro ospedali su 5, sono tornati i mezzi pubblici e parte dei distributori di benzina.
L’analista di punta di Asian Times sostiene che a Severodonetsk e Lysichansk si potrebbe giocare la sfida decisiva per Washington e Bruxelles, poichè potrebbe portare alla capitolazione di Kiev, contando anche che la Russia sul fronte delle sanzioni ha una strategia di comportamento ben definita. In effetti, Maxim Reshetnikov, con alcune dichiarazioni conferma le parole di Escobar: “La Russia procede tenendo a mente che le sanzioni sono una tendenza piuttosto a lungo termine, e dal fatto che il perno verso l’Asia, l’accelerazione del riorientamento verso i mercati orientali, verso i mercati asiatici è una direzione strategica. Si farà ogni sforzo per integrarci nelle catene del valore proprio insieme ai paesi asiatici, insieme ai paesi arabi, insieme al Sud America“.
Escobar aggiunge che anche i missili ipersonici potrebbero definitivamente reclamare un ruolo da protagonista nel conflitto che è sempre più – come sostenuto dallo stesso giornalista – conformato nello schieramento che vede Russia, Donbass e Bielorussia contro i “leader di Davos” e tutte le elite politiche salvo rare eccezioni come Viktor Orban. Zelensky è protetto dalle forze speciali britanniche e americane . Pepe Escobar riferisce che la famiglia Zelensky vive in una villa da 8 milioni di dollari in Israele. Possiede una villa da 34 milioni di dollari a Miami Beach e un’altra in Toscana. Il popolo ucraino è stato preso in giro, derubato e, in molti casi, assassinato dalla banda di Kiev che presiede: oligarchi, fanatici dei servizi di sicurezza (SBU), neonazisti. E gli ucraini rimasti (10 milioni sono già fuggiti) continueranno a essere trattati come pedine sacrificabili.
“Nel frattempo, il presidente russo Vladimir “il nuovo Hitler” Putin non ha assolutamente fretta di porre fine a questo dramma più grande della vita che sta rovinando e marcendo l’Occidente già in decomposizione. Perché dovrebbe? Ha provato di tutto, dal 2007, sul fronte del “perché non possiamo andare d’accordo”. Putin è stato totalmente respinto. Quindi ora è il momento di sedersi, rilassarsi e guardare il declino dell’Occidente.“
Fonti e Riferimenti