Riconoscere la vera arte in mezzo a una moltitudine di stimoli e informazioni spesso confusionari all’interno della complessità della società occidentale, apparentemente inclusiva, democratica ed egualitaria, è particolarmente impegnativo ma allo stesso tempo riveste una fondamentale importanza. L’arte nel ‘900 ha progressivamente visto impoverirsi il suo prestigio sociale, gli spazi dedicati, ha comincito a fare più fatica a essere monetizzata. Viene soppiantata da opere che passano per arte ma di artistico non hanno nulla e questo riguarda tutte le forme espressive. La tecnologia sembra aver ucciso la sensibilità dell’animo umano. Per arte si intendono non solo le arti figurative quali pittura e scultura, ma tutte le forme di arte quali letteratura, musica, danza, teatro, architettura fino alle più moderne fotografia e cinema. Perché l’arte è stata avviata a un percorso di deterioramento e come difendersi da questo processo di abbruttimento culturale?
La grande novità a partire dal ‘900
C’è una caratteristica che distingue l’arte moderna da tutta l’arte precedente: l’emergere di artisti fasulli, che hanno avuto grande fama senza nessuna concreta motivazione. Le loro opere dal punto di vista artistico erano irrilevanti. Molti le cui opere erano il ripetere di sterili formule senza spessore e significato: scarabocchi, macchi di colore e segni tirati a caso. Nel caso della musica esistono delle autentiche catene di montaggio che creano presunti artisti in serie e il processo stesso di creazione si fa intrattenimento: i talent show televisivi. Opere passerebbero inosservate alla vista di chiunque a prescindere dal livello culturale o di sensibilità artistica dell’osservatore. Tuttavia sono diventate iconiche per intere generazioni. I critici dell’arte hanno dato loro onori e attenzioni. Chi ha portato avanti questa operazione di manipolazione dell’identità culturale dell’Occidente ha potuto disporre di raffinatistrumenti con l’obiettivo di confondere e condizionare il modo di recepire l’arte e la cultura da parte delle masse al fine di favorire l’esercizio del potere. Si va a operare nell’inconscio annullando la capacità critica facendo leva su alcuni meccanismi psicologici.
Funzionamento
L’esecuzione è alla portata di tutti ma è anche insignificante, a livello tecnico e vuota a livello contenutistico. Come si fa credere alle masse che è stato un artista? Quando il suo senso critico è integro riconosce l’inconsistenza artistica. Quando viene a sapere che i mass media ne parlano, numerosi critici hanno scritto saggi su questo artista raccolte in librerie e biblioteche, che le opere sono tenute in grandi musei la sua genuina impressione si inibisce. Di fronte a una forte di autorità la grande maggioranza degli individui tende a subordinarsi. Se la sua razionalità si sottrae al processo, allora entra in gioco un secondo meccanismo insidioso: l’isolamento. Quando tutti hanno accettato una data idea non abbracciarla espone all’isolamento da un contesto sociale, così la paura della solitudine e della condanna sociale è la forza che fa accettare l’idea che altrimenti non verrebbe accettata. Il meccanismo viene esemplificato dallo scrittore danese Hans Christian Andersen nella celebre favola “I Vestiti Nuovi dell’Imperatore” che narra di un monarca che riceve in dono un vestito magico, che viene visto solo dalle persone intelligenti. Il vestito in realtà non esiste ma tutti fingeranno divederlo per paura di passare da stupidi.
Il tutto avviene a livello inconscio e si viene indotto a un compromesso: dare un alto riconoscimento di opere di basso livello in cambio di permanenza in un contesto sociale, giustificando se stessi che si tratta di arte, senza che questo comporti ulteriori conseguenze. Veniamo indotti a rinunciare al nostro spirito critico in cambio dell’accettazione sociale.
Perché esistono i falsi artisti?
Primo motivo riguarda il mercato: l’arte è mercato e chi lo gestisce e ne tra profitto preferisce non dipendere dall’onerosa ricerca di talenti artistici ne di conceder loro potere contrattuale. Preferisce creare fenomeni artistici in serie, fatti con lo stampino sulla base di determinati standard commerciali. Diventa così facile spegnerli o accendere l’attenzione su di essi a piacimento. Vediamo nascere spesso gruppi musicali e cantanti così effimeri da mantenere l’attenzione del pubblico a volte anche per qualche settimana con una sola canzone, detta one hit wonder, per poi sparire. Il secondo motivo, più subdolo, l’esistenza di un’arte senza significato porta a sterilizzare le menti delle masse e svuotando di senso la loro cultura con il fine di annebbiare la sensibilità degli individui. Viene sfruttata la poca coscienza che molti hanno dell’importanza della cultura per nutrire la mente della gente con contenuti spazzatura. Proprio come se il corpo si nutre con cibo spazzatura questo più probabilmente andrà incontro a problemi di salute, così la mente se si nutre di spazzatura creerà a sua volta pensieri e emozioni e azioni “spazzatura”, se viene nutrito con cose buone restituirà pensieri, emozioni e azioni migliori o perlomeno l’individuo avrà una consapevolezza maggiore della realtà che lo circonda e delle sue possibilità. Mentre si dà all’arte e alla cultura in generale un’importanza relativa c’è chi sa che questi contenuti agiscono sulla parte più profonda di sé e riescono così a plasmare l’identità sociale di queste persone alla maniera funzionale alle élites che detengono il potere e che mirano a massimizzare guadagni e controllo. Questo rientra nel concetto di soft power, cioè l’insieme dei valori, delle credenze, dei modelli culturali del mondo occidentale capitalistico e neoliberista che vengono esportati con ogni mezzo, incluse guerre e “rivoluzioni colorate”. Mentre si mantiene la convinzione id essere padroni di se stessi qualcuno sa che le persone ubbidiscono al loro inconscio tramite contenuti svuotati di significato che lo portano verso una specifica direzione. Contenuti di alto livello culturale che scuotono lo spettatore porta a individui esigenti capaci di discernere su tutto, sviluppando il senso della qualità e di che è meglio per sé. Contenuti sterili portano a personalità impalpabili e manipolabili. Il prodotto culturale diviene prodotto finale di una catena di montaggio di quella che viene definita industria culturale, che intrattiene stordendo con creazioni in serie senz’anime e senza pretese. Contatto diretto con contenuti di alto valore estetico hanno un effetto con ripercussioni anche negli altri campi dell’individuo, si tende a desiderare quella bellezza in ogni aspetto della vita. L’artista avendo prodotto opere di grande valore espressivo diventa un modello.
Opere di nessuna rilevanza portano ad abbassare la qualità di percezione della realtà. L’inconscio è fatto di energia emozionale e l’arte è il principale veicolo di emozioni virtuose. Annullare il significato dell’arte impoverisce l’intelligenza emotiva. Si crea un’ottusa massa informe e manipolabile di consumatori tecnologizzati, più facilmente plasmabile per le esigenze di mercato.
Tecniche utilizzate
- Principio di autorità
Possibilità di rendere socialmente accettabili e addirittura di tendenza contenuti e teorie attraverso soggetti divulgatori investiti di un’aura di autorevolezza che inibisce le possibilità di valutare la qualità di quanto detto, inibendo principio di buon senso.
- Passare dall’opera all’artista
Si pone l’accento dall’opera all’autore, spostando il focus su aforismi, aneddoti, vezzi e persino quotidianità. Così le opere
richiamano cose concrete e riportabili alla memoria per far vedere che se ne intende. Molti si sono spesi per mettere in scena
un cliché, recitare parte istrione, fare il personaggio, atteggiarsi a fenomeno da baraccone.
In estrema analisi l’arte fasulla risulta stare all’origine di gran parte dell”arte contemporanea, che così è legittimata a proporre il nulla contenutistico inaridendo il senso dell’espressione artistica in sé. Viene così sottratto all’ individuo un imprescindibile strumento di evoluzione, il quale resta così disarmato, nel continuo processo di crescita individuale, da quello che è un caposaldo della libertà pensiero. Il bello artistico è un diritto basilare dell’umanità che va difeso e protendere verso esso è mezzo preziosissimo di elevazione.
La risposta per preservare la vera arte
Non è semplicissimo non farsi travolgere, questo non riguarda solo l’arte ma tutti i media, ma di certo non è neanche impossibile. Per evitare di farsi stordire da questa ondata di spazzatura travestita da arte si dovrebbe primariamente restare attenti e vigili nel filtrare la qualità e il tipo di messaggio di quanto viene proposto, in quanto i messaggi, se presenti, sono, velatamente o meno, funzionali al mainstream. Inoltre sarebbe opportuno usufruire di opere selezionate di livello, ritagliando un spazio per un intrattenimento che sia anche esperienza estetica e culturale, e ammirare opere visive prodotte quando l’industria culturale e la critica artistica autoreferenziale non erano ancora attive. I maestri del passato gettarono le fondamenta estetiche e furono spiriti virtuosi e voci potenti e che costituiscono l’ostacolo più grande per chi vuole perseguire abbruttimento culturale. In questo modo prendete coscienza delle alte possibilità in un ognuno. “La bellezza salverà il mondo” è quel quanto afferma il principe Miškin nel romanzo L’Idiota di Fëdor Dostoevskij, impossibile non citarlo. L’arte nella sua versione più autentica tuttavia continua a vivere: lo street artist inglese Banksy, la pittrice canadese Elly Smallwood e lo scultore italiano Jacopo Cardillo in arte Jago sono ottimi esempi tra le arti figurative che lo dimostrano brillantemente.
Lasciandosi affascinare istintivamente, la bellezza di opere viene così assorbita e stimola e dissipa i fumi del relativismo estetico. In ogni aspetto culturale la personalità si esercita nella capacità di discernere e poi e relazionarsi al meglio nei confronti di qualsiasi ambito, allenando, come un muscolo lo spirito critico, l’empatia e la capacità di interpretare la realtà e conseguentemente agire su di essa con consapevolezza. Per tutte queste ragioni riconoscere, apprezzare e promuovere la vera arte significa riappropriarsi del diritto al bello: un dovere civico, etico e morale che giova a noi e alla società in cui viviamo.
Riferimenti