Il primo dibattito tra Trump e Biden non può certo vantare un bilancio positivo, tra insulti e provocazioni, se pur in toni di voce pacati e compassati, che hanno reso non poco difficile il lavoro del moderatore di Fox News Chris Wallace.
I mercati hanno sicuramente mostrato una lieve inversione di tendenza, con uno S&P 500 che ha aperto in positivo per poi calare di circa l’1%, ed un NYSE che ha aperto in negativo, ma senza dati particolarmente allarmanti.
Ad essere sceso è il dollaro, che comunque ha tenuto abbastanza se pur con una leggera inversione ribassista rispetto a inizio settimana.
Sotto il profilo socio-politico il risultato delle prossime elezioni di Novembre si rivelerà come la cartina tornasole dell’identità profonda a stelle e strisce e di quanto gli Stati Uniti intendano cambiare della loro più profonda natura.
Un Joe Biden sicuramente populista, democratico fino in fondo;
sguardo fisso verso la telecamera, egli si rivolge direttamente al popolo americano.
Donald Trump decisamente provocatorio, in fondo è nel suo stile, risoluto e mai in posizione difensiva.
Neppure sotto attacco.
È un Donald Trump che non guarda quasi mai la telecamera,
non si rivolge direttamente all’elettorato, ma alla Nazione.
Alla Nazione nel suo insieme e sempre con lo sguardo fisso sul suo interlocutore.
Anche quando si trova sotto attacco,
Trump risponde e si comporta
come se stesse lui nella posizione di attaccare
e non in quella di doversi difendere.
Lo fa anche quando tutto sembra ormai perduto.
In apertura di questo primo dibattito tra Trump e Biden, si è posta la questione della nomina del giudice della Corte Suprema statunitense Amy Coney Barrett.
Secondo l’attuale Presidente in carica sarebbe lecito investirla delle sue funzioni prima delle elezioni perché, essendo ancora lui il Presidente, incarna e rappresenta la volontà del proprio Paese.
Joe Biden, non mettendo in dubbio le qualità della candidata a prendere il posto della defunta Ruth Bader Ginsburg, si professa favorevole all’attesa della nuova presidenza, affinché le nomine non interferiscano con le elezioni presidenziali.
Le fasi successive del dibattito vedono Joe Biden incalzare Trump sulla questione tasse,
in virtù della quale il Presidente in carica è stato in questi giorni accusato di non essere in regola con il fisco americano.
Nessun problema per Donald Trump che sa volgere a suo favore la spinosa questione.
Ad essere stata tirata in ballo, per l’attuale Presidente degli Stati Uniti, è la distorsione politica
in merito alla facoltà di pagare meno tasse, della quale egli si sarebbe servito nel pieno rispetto della legalità.
In quanto imprenditore autonomo, in piena linea con la normativa fiscale statunitense sottoscritta da Barack Obama (min.42.00 del video),
Donald Trump avrebbe potuto pagare meno tasse
rispetto ad un parimenti
e proporzionalmente
milionario lavoratore dipendente.
Negli Stati Uniti sarebbe infatti in vigore una la legge, riconfermata da Barack Obama,
che permette fiscalmente di operare distinzione tra un lavoratore autonomo ed un dipendente a contratto.
Per gli Stati Uniti, infatti, sembrerebbe che un imprenditore che guadagna molto possa “scontare”, in un certo senso, il rischio di impresa godendo di privilegi fiscali.
Su questo argomento, nel primo dibattito tra Trump e Biden, l’attuale Presidente ha sostenuto di aver pagato milioni di dollari di tasse
e che tutto è documentato pubblicamente dalle sue dichiarazioni dei redditi.
Una questione delicata, a pochi giorni dalle elezioni, che sarebbe potuta essere decisiva in questo primo dibattito tra Trump e Biden, costando caro all’attuale Presidente in carica.
Questione che è stata gestita egregiamente sulla base di una comprovata aderenza alla legge circa l’aver goduto, tra il 2016 ed il 2017 dei privilegi fiscali spettanti agli imprenditori autonomi.
Il Primo dibattito tra Trump e Biden ha mostrato visioni contrapposte di un’America che vede i tempi per poter cambiare, ma non vede forse la volontà per farlo definitivamente.
Il “Papa nero”, visti i coinvolgimenti diretti perpetrati nella guerra in Iraq,
non ha saputo imprimere alla Nazione quella svolta decisiva in chiave democratica che forse l’elettorato si sarebbe aspettato.
Il Primo dibattito tra Trump e Biden è apparso ben lontano dalle questioni di politica estera
e di possibili coinvolgimenti in guerre di pacificazione, forse è proprio questo lo snodo centrale su cui riflettere.
Ora il nemico è globale,
e lo è ancor più del terrorismo islamico.
Un nemico ancor più invisibile, ancor più meschino e “non convenzionale”, che opera seguendo la grammatica di un contagio pandemico Universale.
Una guerra biologica astratta le cui responsabilità non potranno mai essere attribuite pienamente e concretamente ad uno Stato fisico.
Su questo proposito Donald Trump non ha risparmiato accuse alla Cina, per difendersi dalle affermazioni di Joe Biden secondo cui non avrebbe fatto abbastanza per evitare i numerosi morti causati dal Coronavirus.
Il confronto è stato serrato, sia sulla questione della gestione futura dell’emergenza Covid-19, che sulla questione dell’ordine pubblico.
In merito a quest’ultimo aspetto Donald Trump avrebbe citato alcune manifestazioni di razzismo di cui si sarebbe macchiato Joe Biden in alcuni o suoi passati discorsi pubblici.
L’aspetto decisivo che potrebbe portare Biden alla presidenza non potrà di certo essere la questione dell’evasione fiscale presunta di Trump, quanto piuttosto una visione decisamente più democratica circa l’assistenzialismo verso i meno abbienti.
Su quest’ultima questione Donald Trump è stato accusato di aver abolito i punti salienti dell’Obama Care, senza però aver proposto valide alternative in merito.
Proprio su questo punto l’attuale Presidente in carica
non si è guardato dal presentarsi come
difensore ad oltranza delle lobbies assicurative,
sancendo indirettamente il primato di quest’ultime
sul diritto di tutti ad avere cure mediche.
Obiettivo cardine della politica di Joe Biden sarà invece quello di riprendere l’Obama Care,
amplificandone la portata e estendendolo ancora di più verso una vera e propria politica assistenzialista.
In questo punto il primo confronto tra Trump e Biden ha mostrato quanto la cultura statunitense
sia lontana dalla concezione europea di Stato assistenzialista.
Trump teme infatti che una politica più responsabile verso i meno abbienti,
possa coincidere con una negazione dei più ricchi a poter godere, a mezzo di costose assicurazioni, di una qualità sanitaria migliore.
Joe Biden ha ribattuto che l’una non escludere l’altra, ma garantirebbe a tutti un livello decente di cure mediche e assistenza sanitaria.
Ovviamente su questo aspetto saranno gli elettori a decidere quanto vogliono un’America diversa e quanto si meritino una politica assistenzialista.
Forse molti statunitensi, come il loro attuale Presidente, potrebbero non aver chiaro il concetto di assistenzialismo alla europea maniera.
Bibliografia:
- Marco Benasconi, “Cosa ha lasciato nella mente degli investitori il primo dibattito Trump-Biden”, da Investing.com, 30/09/2020, https://it.investing.com/analysis/cosa-ha-lasciato-nella-mente-degli-investitori-il-primo-dibattito-trumpbiden-200440429
- Da La Presse tutto ciò che vuoi sapere, 28/9/2020, https://www.lapresse.it/esteri/new_york_times_trump_ha_evaso_tasse_per_anni_-3005464/news/2020-09-28/
- Da Financial Lounge.com, 30/9/2020, https://www.lapresse.it/esteri/new_york_times_trump_ha_evaso_tasse_per_anni_-3005464/news/2020-09-28/