Mes e Coronabond cosa converrebbe all’Italia

Mes e Coronabond cosa converrebbe all’Italia

Tra Mes e Coronabond, forse, l’Italia come altri paesi ci rimetterebbero meno scegliendo i secondi, visto che ripartirebbero il proprio debito in parti uguali tra tutti i Paesi membri.

Rispetto ad un normale bond, il Coronabond sarebbe un titolo emesso a livello europeo, ma distribuito da ogni Paese.

In questo modo il tasso di rischio, quindi di rendimento, ed il costo di rientro per ripagarlo, sarebbero ripartiti tra gli stati membri più o meno come una cena tra due amici.

 

Mes e Coronabond

 

Occorre ricordare come funziona il meccanismo dei titoli di stato interni a ciascun Paese,

per comprendere i reali motivi per cui, stati europei come la Germania e l’Olanda, siano contrari ai Coronabond.

La funzione di un titolo di stato, molto semplicisticamente, è quella di “far fare cassa” al Paese che lo emette.

Uno stato non ha sempre a disposizione tutta la liquidità di cui avrebbe bisogno per pagare pensioni, erogare servizi pubblici o farsi carico dei costi sociali.

Ecco dunque che emette dei titoli di debito:

 

titoli di stato.

 

Con essi i sottoscrittori comprano parte del debito pubblico dello stato per poi riceverne il credito futuro a 10, 20, 30 o addirittura 50 anni, maggiorato delle cedole periodiche ripagate dal tasso di interesse.

Ad acquistare titoli può essere una qualsiasi persona, ente, società, banca o organismo.

Il tutto scaricando parte del suo debito pubblico su un soggetto esterno, uno stato (ma anche una società privata può farlo).

 

   finanzia la propria spesa incamerando liquidità.

 

Nel caso dei Coronabond si tratterebbe di obbligazioni che ogni Paese europeo

dovrebbe emettere per fare cassa e poter così incamerare denaro da spendere per tamponare l’emergenza Coronavirus.

Ovviamente, i titoli di stato, proprio come nel caso specifico i Coronabond, hanno un costo di medio- lungo periodo per lo stato che li emette.

Lo stato si “indebita” sul mercato impegnandosi a restituire, al periodo traguardo,

la somma che ha ricevuto “in prestito”, più le cedole periodiche dipendenti dal tasso di interesse.

Quest’ultimo dipende da quanto è rischioso il Paese che emette l’obbligazione.

Più è difficile che lo stato possa ripagare i sottoscrittori dell’obbligazione e più è uno stato in crisi e a rischio di default.

 

ALTO RISCHIO ALTO RENDIMENTO.

non sempre un’obbligazione è più sicura di un’azione.

E’ più rischioso diventare soci di un pezzettino di Google

o comprare parte del debito dello stato del Kuwait?

 

Nel caso specifico dei Coronabond tutti i Paesi europei dividerebbero in parti uguali un rischio e un debito che non è per tutti uguale.

Germania ed Olanda, ad esempio, non hanno bisogno allo stesso modo rispetto ad Italia e Spagna di incamerare liquidità.

Germania, Olanda e Spagna non hanno un rischio paese uguale e riducibile a minimo comune denominatore.

Perché dunque dovrebbero pagare, ad un interesse più alto, un debito che ad essi serve solo in minima parte? 

Mes e Coronabond

Dover scegliere tra il Mes e i Coronabond è comunque difficile per l’Italia, poiché anche il Fondo salva stati (Mes) comporta degli oneri che potrebbero rivelarsi, a crisi finita, una vera e propria Troika per il Belpaese.

Mes e Coronabond rappresentano entrambi una resa dei conti per l’Italia;

una resa dei conti per un Paese che persevera nell’errore di sprecare denaro per racimolare il consenso elettorale tagliando la spesa e gli investimenti nei settori chiave:

 

ricerca,  istruzione  e  sanità.

 

 

Mes e Coronabond

Considerare l’idea di attingere al Fondo salvastati (Mes) potrebbe essere un compromesso positivo qualora prima si negozino delle condizioni decenti per un piano di rientro.

Al momento l’Unione Europea avrebbe proposto un piano di rientro in 5-10 anni e si prevede che il debito pubblico dell’Italia, a fine 2020 sarà del 150 % rispetto alla ricchezza prodotta.

Tra Mes e Coronabond, entrambe prospettive di indebitamento,

i Coronabond sarebbero forse meglio per un Paese come l’Italia  visto che ripartirebbero tra tutti gli stati europei, in parti grossomodo uguali,

un debito ed un onere che serve di fatto ad una minima parte dei membri.

Riuscire a negoziare condizioni ragionevoli di rientro,

magari pensate su un orizzonte di 30 o 50 anni, potrebbe rappresentare per il Mes una scelta di compromesso ragionevole.

Quello che sembra oltremodo ragionevole è provare ad ammettere che non si può

puntare il dito contro l’Unione Europea o la Germania, o l’Olanda aspettandosi che

qualcuno sia disposto a pagare per la porzione di debito ed errore altrui

ad un costo nettamente più elevato di quello che sarebbe equo pagare.

 

Bibliografia:

  • Fan Page.it,

https://www.fanpage.it/politica/cose-e-chi-ha-ragione-sul-mes-conte-salvini-o-meloni/

  • Il Giornale.it,

https://www.ilgiornale.it/news/economia/ue-braccio-ferro-continua-e-conte-apre-mes-1848987.html

  • BergamoNews.it,

https://www.bergamonews.it/2020/04/09/cosa-sono-i-corona-bond-perche-lolanda-non-li-vuole-e-neanche-la-germania/365506/

  • Sole24Ore,

https://www.ilsole24ore.com/art/gli-eurobond-spiegati-parole-semplici-ADtMkaJ?refresh_ce=1

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Alessandro Gatti

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