Migranti prodotto del colonialismo occidentale

Migranti prodotto del colonialismo occidentale

Migranti e governi europei sono un connubio che, nella storia, non è mai andato d’accordo. Un connubio che piaceva a molti quando faceva comodo e che è diventato un problema da togliere di mezzo, raggirandolo, quando ha presentato il conto. 

Tutti, prima o poi, fanno i conti con il proprio passato e, come si sa, il passato riaffiora sempre quando diviene uno scheletro nell’armadio. Anni di colonialismo e abusi su popolazioni indifese e mantenute nella fame per convenienza, stanno mostrando oggi una drammatica realtà con cui è necessario rapportarsi faccia a faccia. 

Non si può più scappare. L’ipocrisia cede davanti allo stato di necessità. Demagogie finalizzate a cavalcare lo stato di insofferenza della popolazione italiana per la questione migranti possono andare bene per accaparrarsi qualche voto. Possono andare bene per quegli affezionati dei baretti di quartiere che si sentono a casa quando qualcuno con la cravatta verde declama “mandiamoli a casa” o, meglio ancora, ” stop agli sbarchi”. 

Il problema è però legato alla fattibilità, prima che agli slogan. E’ davvero possibile mandarli a casa? E’ realmente fattibile porre un freno agli sbarchi? Il caso della nave Diciotti ha dimostrato, almeno per l’Italia di Salvini, che alzare la cresta non porta risultati quando ci si scontra con una doppia realtà: quella del diritto internazionale da un lato e quella del principio di Sovranità dall’altro. 

Unico risultato di questo colpo di forza è stato aver confermato che l’Italia non ha la statura degli Stati Uniti e che, pertanto, a differenza di quest’ultimi, non mette paura quando viola apertamente le norme di diritto internazionale, ma anzi viene attaccata duramente e costretta a ripiegare.

E’ ovvio che, a furor di popolo, un gruppo di politicanti di centro destra cavalchi il malcontento condiviso, e condivisibile, di continui sbarchi di migranti sulle coste italiane. Perché proprio l’Italia, del resto, che tra tutti i Paesi europei è stata quello  meno colonialista o, per lo meno, quello che meno ha tratto benefici dal processo coloniale?

Semplicemente l’Italia è geograficamente il luogo più vicino alla Libia e agli altri Paesi africani da cui provengono i flussi di migranti ed è, non da ultimo, il Paese più debole dal punto di vista della Politica internazionale. Uno capro espiatorio cui addossare tutte le amare conseguenze dei danni provocati da Francesi, Inglesi e Statunitensi nel corso della loro storia di conquiste e occupazioni. 

Non è un caso che ogni singolo luogo, da cui provengano questi gruppi di persone, condannati a morire in mare aperto, siano luoghi in cui l’Occidente ha sfruttato e alimentato condizioni di povertà depredando risorse. Di questo Occidente, chiaramente, l’Italia ha sempre fatto parte come spettatore e le sono toccate, si e no, le briciole da un punto di vista dei guadagni.

Dalla Libia, all’Egitto, alla Tunisia, al Marocco, al Sud Africa, al Congo fino al Ruanda le Potenze occidentali hanno in primo luogo instaurato dei presidi di sfruttamento minerario, successivamente hanno creato condizioni favorevoli all’instaurarsi di dittature a loro fedeli a mezzo del fascino del dollaro americano.

Ecco quindi come le genti dell’Africa, territorio venduto all’opinione pubblica come desertico e inospitale, si sono trovate costrette a lavorare sotto schiavitù per fornire, ad esempio, il coltan ( columbite-tantalite) alle grandi industrie multinazionali di elettronica e meccanica di precisione. 

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Migranti in esodo (tratto da “La Repubblica.it”)

Ecco quindi che mentre Elon Musk progetta il treno del futuro o combutta, assieme alla Nasa, per inviarci in vacanza su Marte, la gente muore di fame e, quelli tra loro più ricchi, si vendono quel poco che hanno e vengono a sbarcare sulle nostre coste per presentare il conto di anni di sfruttamento e miseria. 

Una generazione il cui flagello, con tutte le responsabilità ad esso annesse, pesano sull’intera popolazione dell’Occidente ma che, per ragioni geografiche e per la scarsa sovranità internazionale che il Bel Paese vanta sul tavolo delle trattative mondiali, pare debba essere solo un problema italiano.

Ecco quindi che sono gli Italiani a fare le spese del problema dei migranti, solo perché Francesi, Inglesi e Stati Uniti hanno deciso, una mattina d’Estate, che i regimi da loro stessi avallati in quelle terre, non andavano più bene. La Primavera Araba è stata la causa scatenante l’esodo di migranti che oggi affliggono le nostre coste. Quando sono venuti meno gli interessi che legavano i Paesi europei a quelle dittature africane, allora sono venuti meno anche i loro leader, ricacciati a colpi di missili Cruise, nella fossa dalla quale erano stati pescati.

Il problema dei migranti va di pari passo con i capricci di quelle popolazioni dell’Occidente, che dal Secondo dopoguerra in poi, si sono arrogati il diritto di essere gli arbitri del Mondo.

 

Qualcuno dovrebbe dire a chi prova, con scarsi risultati,

a creare una parvenza di forma di governo in Italia,

che prima bisognerebbe provare a instaurare una forma di Stato sovrano,

che chiami l’Europa intera a dividersi una fetta del problema che ha causato.

 

Qualcuno dovrebbe aprire gli occhi e provare a far sostituire lo slogan “Mandiamoli a casa” con un motto ben più sensato del tipo ” Prima di portare l’uomo su Marte portiamo l’acqua in Africa”. Credere al paradosso che in un Paese non possa arrivare l’acqua e poi voler credere che Elon Musk possa farci viaggiare nel tempo, è da stronzi piuttosto che da scettici.

Ottimo pensare al progresso e a spingerci oltre le frontiere del possibile del resto, come disse il Prometeo incatenato di Eschilo, siamo stati creati per portare noi stessi “EKEI “più in là del limite consentito dal divino”.

 

A quanto pare, come Prometeo,

siamo stati puniti per la nostra arroganza e siamo chiamati oggi

a fare i conti con il problema dei migranti che vengono

a chiederci indietro la dignità che gli abbiamo negato.

 

Non stupisce che la storia sia un circolo destinato a ripetersi e come l’Antica Roma, spinta fino ai confini del mondo, è stata poi sottomessa da quei barbari che per secoli aveva schiavizzato, oggi siamo chiamati prenderci carico delle nostre responsabilità di uomini e donne dell’Occidente sviluppato e a prenderci carico dei danni che abbiamo provocato. 

Chiunque di voi creda che sia possibile coltivare il basilico nelle profondità dell’Oceano, che è stata una delle attrazioni più accattivanti dell’Expo di Milano 2015, e poi pensi sia impossibile rendere i Paesi dell Africa rigogliosi e ricchi come la Florida, non pecca di stupidità, scarso ottimismo o miopia, ma è solo uno stronzo.

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Alessandro Gatti

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