L’incendio di Notre Dame, come ogni evento più o meno catastrofico, che inevitabilmente e purtroppo talvolta può verificarsi, ha scatenato le solite comprensibili ma patetiche escalation da social. Gente che “posta” bandiere della Francia in segno di solidarietà; come quando si verificarono gli attentati del Bata Clan di Parigi nel Novembre 2015, o l’attacco alla sede del giornale Charlie Hebdo, sempre a Parigi, nel Gennaio dello stesso 2015.
Anche allora, come oggi, “condivisioni” e “twit” strappalacrime con annesse riflessioni da bar, più per apparire come persone interessanti e profonde, agli occhi dell’amichetto o amichetta virtuale di turno, che per mostrare sensata solidarietà ai malcapitati in questione.
Anche nel caso specifico dell’incidente disastrosorappresentato dall’incendio di Notre Dame non sono mancate le manifestazioni di protagonismo degli “animali da social” che, puntuali come sempre, ci tengono a mostrare se stessi come persone sensibili e solidali con il popolo francese. Accanto a ciò le polemiche. Gli attacchi, ad esempio, a Vittorio Sgarbi e alle sue parole, le uniche tra l’ipocrisia della massa, volte a mostrare l’onestà intellettuale di chi, nel mucchio, cerca di squarciare quello che Arthur Schopenhauer chiamerebbe il “Velo di Maya”. In altre parole, parlando come si mangia, l’unico che nell’ipocrisia della massa cerca di far luce sulla verità oggettiva veridicità dei fatti.
Nei commenti divulgati su questi social network, che hanno ammazzato il 90 percento dei lavori e dell’economia reale tradizionale, nessuno si è posto il problema che questo incendio era talmente prevedibile da poter essere benissimo evitato.
“Quando tre anni fa abbiamo fatto il primo sopralluogo sul tetto in legno di Notre Dame per il nostro studio, ci siamo subito resi conto che un incendio sarebbe stato inestinguibile”.
(Prof. Vannucci a Il Fatto Quotidiano).
Sono state queste le parole di Paolo Vannucci, docente italiano all’ università di Versailles Saint Quentin en Yvelines, che ha mostrato tutta la sua amarezza nel veder classificato e poi archiviato, e quindi ignorato, uno studio effettuato nel Febbraio 2016 su Notre Dame.
Accanto a ciò vi è il vano quanto disperato tentativo dei vigili del fuoco francesi, che si è mosso in parallelo all’enorme e boriosa arroganza di un popolo che ha provocato sfacciatamente a dei terroristi, per poi piangere in seguito agli attentati di quest’ultimi, pretendendo anche che gli venisse riconosciuta solidarietà.
Roberto Triozzi, Comandante del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, ha evidenziato come sia stata del tutto inutile l’azione svolta all’esterno della cattedrale gotica in fiamme, per spegnere un fuoco di quella proporzione, divampato dal solaio ed estesosi internamente.
Accanto a ciò, anziché interrogarsi sulla logica discutibile dei Francesi, che non hanno saputo mettere in sicurezza degli interventi di restauro prima di attuarli, si pensa ad esempio ad inveire contro Vittorio Sgarbi perché ha semplicemente detto la verità. La Cattedrale di Notre Dame, subendo numerosi rifacimenti nel corso della storia, non ha poi rappresentato questa grande perdita, potendo essere ricostruita come più e più volte è stato fatto.
Il problema è che quando si verificano questi eventi, drammatici e catastrofici senza dubbio, si sfocia nel qualunquismo e nel perbenismo ad ogni costo. La gente si affanna a mostrare apertamente e ostentatamente la propria sensibilità, anche a scapito del buonsenso e dell’oggettività dei fatti.
Nonostante l’innegabile veridicità, nelle parole del Comandante Triozzi, il Prof. Vannucci fa del suo meglio per difendere ed onorare l’operato dei vigili del fuoco francesi che, ormai alle prese con una guerra persa, hanno fatto del loro meglio per arginare le fiamme.
“ci è sembrato opportuno suggerire immediatamente l’installazione di un sistema antincendio automatico, che non era presente. E per questo, ci tengo a sottolinearlo, i pompieri non hanno nessuna colpa, come invece ho letto e sentito dire. Anzi, hanno fatto qualcosa di straordinario, salvando le due torri campanarie, che all’interno sono fatte di legno”.
(Prof. Vannucci a Il Fatto Quotidiano).
Quello che fa sorridere, ed amaramente riflettere, è piuttosto la mania da social che gira e rigira su se stessa volendo giustificare un popolo di persone che non mancano mai di criticare le altre nazioni, credendo se stessi i migliori in assoluto e, puntualmente, sono la causa della maggior parte dei loro mali; dagli attentati terroristici ai disastri come l’incendio di Notre Dame.
Come con Charlie Hebdo, con gli attentati del Bata Clan ed oggi con l’incendio di Notre Dame, i Francesi sono stati arroganti e presuntuosi. Nel 2015 pensarono di poter provocare dei criminali senza avere conseguenze ed oggi si sono permessi di non dare credito ai moniti di un pool di esperti che avevano dato soluzioni pratiche in grado di evitare quello che sarebbe stato l’incendio di Notre Dame. Quel pool di esperti era costituito in gran parte dagli stessi Italiani che, molte volte, i Francesi hanno disprezzato, criticato, preso in giro. Questo è ciò su cui si dovrebbe riflettere, ma che sui social network non si legge o, se qualcuno si azzarda a parlarne, viene ghettizzato dal popolino perbenista, ipocrita ed ignorante.
Bibliografia:
- Davide Patitucci, “Notre-Dame, il docente italiano allertò i francesi nel 2016: “Impossibile spegnere un rogo nel tetto. Installate antincendio”, Il Fatto quotidiano, 17 Aprile 2019
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Dari Andrea, “Brucia Notre Dame: sono le chiese più importanti gli edifici più a rischio, di chi la colpa”, InGenio informazione e tecnica progettuale, 15 Aprile 2019.
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“Vittorio Sgarbi: Notre-Dame una cartolina, non abbiamo perso nulla”, Il Messaggero, 16 Aprile 2019
- La miope piccolezza della gente che condivide e commenta sui social Network, Facebook & Co.