Progetto Venus quello che non va bene del movimento Zeitgeist. In una parola l’utopia. Potremmo dire che è piuttosto una eutopia, considerato l’aspetto nobile di voler eliminare ogni forma di conflitto e rendere tutte le risorse equamente distribuite per tutti, basando sulla loro equa ripartizione lo sviluppo dell’umanità. Peccato che il conflitto sia insito nella natura umana o, meglio ancora, nella natura delle cose.
Dare a tutti ogni risorsa così che nessuno sia disposto ad uccidere e muover guerra per il possesso di qualcosa. Sulla base di questo è ipotizzabile, quanto meno, che il progetto Venus rappresenti una distorsione della realtà. Dare a tutti abbondanti risorse, che secondo il progetto Venus sono rese scarse volutamente dai governi, al fine di eliminarne la desiderabiltà ed il valore.
La gente si muove guerra per l’acqua, il petrolio, l’oro, perché sono risorse scarse il cui valore conferisce potere, notorietà, ricchezza, sopravvivenza. Il progetto Venus ritiene che si possa eliminare la scarsità, perfino il bisogno di lavorare. Questo poiché la gente non ha bisogno del lavoro in se per se ma delle risorse economiche che esso comporta e del bisogno di alimentare, attraverso tali risorse, delle esigenze fittizie create dai poteri forti per rendere la gente schiava del denaro.
Il progetto Venus parla di una società individualista, che non ha bisogno del lavoro perché ha tutte le risorse a disposizione, equamente distribuite, in cui le macchine farebbero il lavoro al posto nostro.
Ma chi controlla e programma le macchine? Soprattutto se divenissimo dipendenti dalle macchine i banchieri di oggi non sarebbero gli ingegneri o i programmatori di domani?
Un discorso, quello del progetto Venus, che ha sicuramente un fondo di verità,ma sono le conclusioni a non convincere. Secondo il progetto Venus è possibile far lavorare le macchine al posto nostro e godersi la vita. A questo punto viene da chiedersi, chi controllerà le macchine? Se le banche e le lobby della finanza controllano le persone, mettono sotto scacco i governi, alimentando il bisogno continuo di denaro,
quando tutto questo sarà eliminato, ed il lavoro sarà svolto dalle macchine, chi controllerà le macchine si sostituirà a quello che sono oggi i banchieri e i lobbisti.
“Creare un mondo di abbondanza per tutti”, è questo il motto del progetto Venus. Ottima l’idea di gestire con intelligenza le risorse e razionalizzarle equamente, ma il progetto Venus di Jacques Fresco va oltre. Fresco propone un’ “economia gratuita basata sulle risorse”, ma come eliminare la scarsità insita nelle risorse? Con la tecnologia. Mediante la tecnologia si possono, a detta del progetto Venus, superare le scarsità artificiali e superare il sistema finanziario basato sul debito. Ma se la tecnologia può sostituire la finanza, come oggi chi controlla la finanza controlla il mondo, quest’ultimo sarà poi controllato da chi gestirà le tecnologie.
Il Progetto Venus parte dall’assunto che l’essere umano sia mosso dal solo bisogno base. Se dai a tutti quello di cui hanno bisogno, non servono leggi, non servono lavori, inquinamento.
Una sorta di “liberismo sociale” in cui il buon senso mette a posto le cose, regolando come la mano invisibile di Adam Smith i meccanismi sociali. E’ davvero attuabile? Basta che uno solo desideri di più di un altro, ed il progetto fallisce.
La guerra è insita nell’animo umano perché la guerra permette la pace e ad insegnarlo è la storia. Si possono eliminare i soldi, i bisogni materiali, ma non si può controllare la mente di ciascuno ed eliminare il bisogno di potere. Quello che il progetto Venus da per scontato, e che non può permetterne il successo, è che il fondatore Jacques Fresco ha dato per scontato che ognuno sarebbe appagato dalla propria individualità e non desidererebbe potere perché non ne avrebbe bisogno. Il problema è che chi desidera il potere non lo fa perché ne ha bisogno, ma perché è nella sua natura. La dominazione è insita nella natura umana e non ci sono basi scientifiche che dimostrino il contrario. Vi è piuttosto la storia che dimostra la tendenza del genere umano alla dominazione reciproca. Vi è la natura che mostra leoni farsi guerra non solo per un pezzo di carne, o per una femmina, ma per istinto di prevalere l’uno sull’altro.
Fornire uno standard adeguato di vita per tutti, qualora fosse possibile, non eliminerebbe la tendenza dell’essere umano a prevaricare sui suoisimili. Ci sarà sempre qualcuno che vorrà di più. Il progetto Venus parte dall’assunto che sia possibile dare a ciascuno ciò di cui ha bisogno grazie allo sfruttamento di una società altamente tecnologica. Il dramma è che si finirebbe, come affermerebbe Vilfreto Pareto, a creare una nuova oligarchia di ingegneri che potrebbero ricattare le persone poiché sarebbero gli unici a saper usare, programmare, rendere utili le macchine.
In pratica Fresco, con il suo progetto Venus vuole liberarci dalla dipendenza dal consumismo e dalla finanza per renderci dipendenti dalle macchine. Cosa accadrebbe se nessuno lavorasse più? Cosa accadrebbe se ci dimenticassimo come si lavora? A questo il progetto Venus non da una spiegazione o, forse, ha ben calcolato come diventare il padrone del mondo con il suo enturage. Molto fantasiosa come previsione, sembra quasi la trama di un film tecnofantasy, ma seguendo una linea improntata sul complottismo sembrerebbe un’ipotesi plausibile.